Alphonse Mucha, l’Art Nouveau in mostra a Roma

Al Vittoriano prima mostra antologica in Italia, con 200 opere (manifesti, dipinti, gioielli e disegni), di Alphonse Mucha (1860 – 1939), dalla Belle Èpoque parigina al servizio del popolo slavo.

7 Conferenza stampa

Definito dai mass media, in occasione di un suo viaggio negli Stati Uniti, “il più grande artista decorativo del mondo”, ha lasciato il suo segno nello stile di un’epoca a cavallo di due secoli. Formatosi a Vienna, nel laboratorio teatrale di Kautsky-Brioschi-Burkhardt, grazie al sussidio economico del suo protettore il conte Khuen Belassi (di cui affrescò alcune sale del castello di Emmahof) si trasferisce (1887) a Parigi (cuore dell’arte europea) dove incontra Paul Sérusier e Paul Gauguin, di cui è in mostra una curiosa foto mentre suona l’armonium senza pantaloni.

Gismonda, 1894 Litografia a colori, 216×74,2 cm
© Mucha Trust 2016

A decretarne il successo fu la famosa attrice Sarah Bernhardt (1894) che, scontenta di ogni manifesto progettato per la sua opera Gismonda, quando vide quello di Mucha lo chiamò  nel suo boudoir e abbracciandolo gli disse: “lei mi ha reso immortale”. Fu così che lo impegnò con un contratto di sei anni per creare manifesti, scene e costumi per il suoi spettacoli.

Alphonse Mucha, Autoritratto, 1899, Olio su tela, 32×21 cm,   © Mucha Trust 2016

Nella sua arte confluiscono elementi bizantini, le opere dei preraffaelliti inglesi e le stampe giapponesi, alle linee stilizzate dell’acqua di quest’ultime  fa riferimento il movimento ondeggiante delle chiome femminili delle donne ritratte nelle sue opere. Il suo lavoro si inserisce nel contesto del recupero delle arti applicate promosso da William Morris. L’illustratore e cartellonista Eugène Grasset affermava che era necessario indagare l’uso quotidiano degli oggetti e ornarli con forme desunte dalla natura. L’arte di Mucha è ridondante di linee ed elementi fitomorfi.

Madonna dei gigli, 1905. Tempera su tela, 247×182 cm,   ©Mucha Trust 2016

I suoi manifesti sono protagonisti delle più  importanti campagne pubblicitarie dell’epoca e negli Stati Uniti frequenta le più  alte sfere della società e del mondo della politica. Sempre di più, però, aderisce alle idee di un’arte sociale e a proposito della sua produzione di pannelli dichiara: “Ero felice di essere  impegnato in un’arte per il popolo e non per i Salon… un’arte a buon mercato e alla portata di tutti”. I suoi piatti con la Testa bizantina, L’edera e L’alloro ebbero  un successo strepitoso.

Realizzato da Georges Fouquet a Parigi, da un progetto di Mucha,
Catena ornamentale con pendenti, 1900, Oro, smalto, perle d’acqua dolce, madreperla, pietre dure, lunghezza 159 cm © Mucha Trust 2016

Il noto gioielliere Georges Fouquet, rivale di René Lalique, commissionò all’artista la realizzazione della sua gioielleria in Rue Royale e i preziosi gioielli ispirati a quelli indossati dalle protagoniste dei suoi manifesti.

Alphonse Mucha, Moët & Chandon: Champagne White Star 1899, Litografia a colori, 60×20 cm © Mucha Trust 2016

La mostra è  divisa in sei sezioni tematiche: ‘Un boemo a Parigi’, che ripercorre il periodo bohémien (traduzione del termine boemo); ‘Un creatore di immagini per il grande pubblico’, arte pubblicitaria e pannelli decorativi; ‘Un cosmopolita’, l’Esposizione universale (1900), la collaborazione con il gioielliere Georges Fouquet e le opere del periodo  americano; ‘Il mistico’, il  periodo spirituale, l’amicizia con August Strindberg,  il circolo teosofico parigino, l’appartenenza alla loggia massonica, il simbolismo collegato a quest’ultima e il suo libro illustrato Pater; ‘Il patriota’, il suo ritorno in patria e l’Epopea slava, ciclo monumentale di 20 tele (6 m x 8 m) dedicato alla storia degli slavi, sovvenzionato dal miliardario americano Charles R. Crane, che impegnò il pittore per 18 anni; ‘L’artista filosofo’, il trittico (non portato a termine) con la raffigurazione di Ragione, Saggezza e Amore la cui combinazione avrebbe dovuto condurre al progresso del genere umano.

Documents décoratifs, tavola 41, 1902, Da Documents décoratifs, edito da Librarie Central des Beaux-Arts, Paris Litografia a colori, 46×33 cm
© Mucha Trust 2016

La mostra romana è stata organizzata e prodotta da Arthemisia Group e dalla Fondazione Mucha e curata da Tomoko Sato (curatrice della Fondazione). L’esposizione risulta appagante nella sua ricchezza e bellezza, inoltre l’allestimento in stile ne costituisce il piacevole filo conduttore.

INFO

Sede
Complesso del Vittoriano – Ala Brasini
Via San Pietro in carcere – Fori imperiali –ROMA
Periodo
15 aprile – 11 settembre 2016
Orari
dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30 – venerdì e sabato 9.30 – 22.00 – domenica 9.30 – 20.30 (La biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti
Intero € 13,00 – Ridotto € 11,00 – Ridotto bambini (4-11 anni) € 5 Universitari € 5 ogni martedì escluso i festivi
Mostra Mucha + Mostra Barbie: intero € 21,00 ridotto € 170,00 Aperture straordinarie:
Lunedì 25 aprile 9.30 – 20.30; Domenica 1 maggio 9.30 – 20.30; Giovedì 2 giugno 9.30 – 20.30; Mercoledì 29 giugno 9.30 – 20.30; Lunedì 15 agosto 9.30 – 20.30

Info e prenotazioni:
www.ilvittoriano.com
Tel  +39 06 8715111