Anteprima Vini della Costa Toscana, rosse promesse

Si è conclusa da qualche giorno, al Real Collegio di Lucca, la XVI Anteprima Vini della Costa Toscana che ha visto la presenza di numerosi appassionati e intenditori. Interessanti le contaminazioni tra musica, letteratura, cibo, botanica e tanti vini.

Un evento giovane ma destinato ad affermare, con il tempo, la sua peculiarità. I vini della costa sono espressione autentica di un territorio. Numeri consistenti per la presenza di 110 produttori (più sei vignaioli della Languedoc Roussillon francese) che hanno portato alla manifestazione 600 vini delle provincie di Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno e Grosseto.
L’afflusso consistente del pubblico ha forse sorpreso il servizio sommelier e qualche produttore ha sottostimato il numero di bottiglie (alcuni vini erano terminati nella degustazione en primeur per la stampa).

Real Collegio, sala degustazione

Non abbiamo degustati tutti i vini. Raccontiamo quelli che abbiamo gradito di più e che ci sono sembrati promettenti. Molte le conferme.
Petra rosso ’15 di Petra, Suvereto, Livorno  (70% Cabernet Sauvignon, 30% Merlot)
Petra è l’azienda di Francesca Moretti, con un’architettura e una concezione all’avanguardia opera dell’architetto svizzero Mario Botta. Fa parte del circuito ‘cantine d’autore’. Rinnovato lo staff tecnico, l’azienda si è posta come obiettivo il biologico e la specificità dei singoli vigneti. Il Petra rosso ’15 è un vino che punta in alto (l’annata 2012 ha conquistato i Tre Bicchieri).  Colore rosso rubino intenso, bouquet complesso, un piacere olfattivo. Note fesche di frutti neri, mirtilli, ribes, leggera speziatura. Vino in evoluzione, elegante, tannini equilibrati. Gusto intenso, succoso, ricco, elegante, finale lungo e persistente. Vino equilibrato, un ‘giovane’ maturo destinato a invecchiare bene.

Real Collegio, chiostro

San Lorenzo ’16 di Sassotondo, Sovana, Grosseto (100% Ciliegiolo).
Edoardo Ventimiglia e Carla Benini (agronoma) sin dal 1990 hanno investito le loro energie nell’Azienda Sassotondo a Sovana in Maremma. Puntando a una viticoltura sostenibile su un suolo di matrice vulcanica.
Condividono la passione per il Ciliegiolo con il loro enologo. Dal 1997 la prima vendemmia. Il San Lorenzo prende il nome dalla vigna di 35 anni da cui proviene. Colore rosso violaceo, profumo pulito di ciliegia, freschezza, buona acidità, sentori minerali, tannino elegante, in equilibrio, carattere. Finale gustoso, persistenza, destinato a maturare e a dare soddisfazioni.

Terre del Marchesato, Aldone 2013

Tarabuso ’16 di Terre del Marchesato, Bolgheri, Livorno (100% Cabernet Sauvignon)
È del 2003 la prima etichetta di Maurizio Fuselli (famiglia di origini marchigiane). Dopo aver maturato un’esperienza decennale presso Antinori, decide di convertire l’azienda in vinicola. I vigneti si trovano nella piana di Castagneto Carducci., esposti a brezze salutari. Colore rosso scuro, freschezza, frutti rossi, leggermente speziato, pulito. Corpo deciso, eleganza, equilibrio, alcolicità, destinato ad evolversi e maturare. Persistente.

La Regola

Abbiamo degustato ai banchi di assaggio anche il Marchesale 2013 (Syrah 100%, solo 3000 bottiglie). Bouquet complesso, frutti neri, note balsamiche, vino in evoluzione, tannino equilibrato, lungo e persistente. L’Aldone 2013, deve il nome a nonno Aldo, è un Merlot in purezza delle vigne più vecchie dell’azienda, 50 – 60 anni) presentato sul mercato solo in annate particolari. Fermentato in barrique nuove di rovere francese affinato 18 mesi in barrique selezionate e ulteriore affinamento in bottiglia. Colore quasi nero, sentori di cioccolato, caffè tostato, tannino elegante, buona acidità. Un vino da meditazione, carattere e lunga persistenza.

La Regola ’15 dell’Azienda Podere La Regola, Pisa (100% Cabernet Franc).
L’azienda della famiglia Nuti si trova su un territorio dove c’era in passato un insediamento etrusco. Un territorio vocato alla viticoltura come testimoniano le numerose anfore ritrovate. Il primo imbottigliamento è del 1997. Da quest’anno la produzione potrà essere certificata biologica. Il vino deve il suo nome alla vigna del bisnonno. Ha un colore rosso rubino. Naso pulito, profumi intensi e prolungati di frutti rossi, ciliegie e more. Attacco morbido, sensuale,  tannino croccante, avvolgente, setoso.  Complesso, corposo, lungo, piacere prolungato.
Nel programma della manifestazione anche interessanti laboratori di degustazione e una masterclass.

Sala Laboratori

‘Vendemmia 1932 Ora da re’ un vino ritrovato, è stato presentato da Andrea Alpi (docente del Seminario permanente Luigi Veronelli), Piero Cucchi (titolare della Cantina dei Feudi), Andrea Bonini (Direttore presso Seminario Permanente Luigi Veronelli), Piermario Meletti Cavallari (Vice presidente dell’associazione Grandi Cru della Costa Toscana).

Andrea Alpi, Piero Cucchi, Andrea Bonini, Piermario Meletti Cavallari

Definito ‘vino eterno’ fu scoperto nel 1995. Proveniente dalla zona di Vittoria (Sicilia) famosa per il Cerasuolo (vino robusto con gradazione prossima ai 15 gradi, vigneti coltivati ad alberello). La lavorazione era svolta manualmente e l’uva veniva trasportata nel centro aziendale, il feudo di Mazzaronello della famiglia Jacona della Motta. La pigiatura veniva effettuata nel trappeto, all’interno del palmento. Terminata la fermentazione il vino migliore era messo a invecchiare in botti di rovere di Slavonia e veniva aggiunta una piccola percentuale di mosto cotto. Morto Nicolò, proprietario del feudo, il vigneto fu espiantato. L’azienda andò in decadenza fino al suo abbandono ma nella cantina rimasero le botti della vendemmia del 1932, fino alla loro scoperta.

Piermario Meletti Cavallari

Racconta Piermario Meletti Cavallari: “Facevo corsi itineranti per i giovani di Confagricoltura. Io ero esperto di marketing. Una ragazza mi dice a fine corso che aveva un vino vecchio, nove botti. Mi feci portare un campioncino. Me lo portai a casa e rimasi stupito. Tornato a Bergamo, incontro Veronelli (50 anni di attività, il più famoso critico gastronomico) che lo assaggia e rimane stupefatto per la qualità  del campione e per la quantità. Mi recai in Sicilia e verificai che il vino stava in botti scolme. Si era formata una pellicolina che lo veva conservato. Ne presi dei campioncini e accertai tre botti buone. Mi rivolsi a De Bartoli (produtore di Marsala) che trovava il vino interessante ma non se la sentiva di acquistarne una grande quantità. Ho interpellato molti grossi imprenditori finché non ho trovato la strada giusta. Sarebbe da proporlo come patrimonio archeologico nazionale”.

Piero Cucchi, Andrea Bonini

Si trattava di un vino vivo. All’assaggio sembrava uno Sherry o Madera, un ritrovamento miracoloso che emoziona Veronelli che ne scrive un articolo entusiastico.
Piero Cucchi, presidente allora di un consorzio di cantine, invia i campioni per le analisi all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Delle nove botti risultano tre interessanti, il resto è ossidato. Quindi il vino viene imbottigliato e con le doghe delle botti vengono prodotti gli astucci delle bottiglie.
Di questa avventura Pietro Cucchi racconta: “Veronelli abitava a Bergamo a 300 metri da casa mia, dà il nome al vino: ‘Ora da Re’. Abbiamo presentato il vino all’isola di Formica (quasi uno scoglio delle Egadi con un castello normanno, una tonnara araba, un borgo e una palazzina dei Florio, macerie recuperate dalla comunità di padre Eligio). La cosa più difficile fu confezionare il vino in quanto l’azienda non aveva la corrente elettrica. Abbiamo dovuto abbattere un muro e confezionare in aia. Dopo il consorzio è fallito e io ho riscattato tutte le bottiglie”.
 

1932, Ora da re

Veronelli ha definito ‘Ora da Re’: “un vino così grande da non avere confronti con qualsiasi altro vino prodotto sul pianeta… Una enorme dimostrazione delle potenzialità della vite in Sicilia”.
Abbiamo degustato il vino delle tre botti
Botte n. 2
Mallo di noce, componente dolce di liquirizia. Sul finale ricordi di scorza di agrume e tamarindo. Nella parte iniziale componenti tostate e in quella finale una parte calda, più amara e persistente.
Botte n. 8
Frutta sotto spirito, torrefazione dolce, caramella mou, note di cacao e burro di cacao. Sul fondo bosso.  Freschezza più netta, scorza di cedro, datteri, frutta secca. È la botte più agrumata e fresca.
Botte n. 9
Torna il mallo di noce ma anche la parte dello spirito, che ricorda il Vin Santo. Note di fungo secco, corteccia. Finale deciso di tabacco. Leggera trama tannica. Sorso che si amplifica. Parte alcolica stemperata, più morbida e fusa.
Un vino di oltre 85 anni, che dona emozioni rare, con gradevoli sentori di cuoio e sigaro. In sintesi: nella botte n. 2 prevalenza di frutto secco, nella 8 acidità e morbidezza e la 9 si distingue per la sua complessità gustativa. Proposto a Lucca a 60 euro a bottiglia.

Ora da re, botte n. 2, n. 8 e n. 9

La verticale di Avvoltore è stata condotta da Vito Intini (presidente ONAV da dicembre 2004, coordinatore della Consulta Nazionale del Vino e vincitore ‘personaggio dell’enogastronomia’ nel 2005). Alla verticale era presente anche il produttore Giulio Valentini dell’azienda Moris Farms (Massa Marittima, Grosseto). I vigneti sono a nord e a sud di Grosseto. Terreni calcareo argillosi che danno un tannino forte e potente. L’Avvoltore deve il nome a un rapace della Maremma che vola spesso sui vigneti. È il vino di punta dell’azienda: 75% Sangiovese, 5% Syrah, 20% Cabernet Sauvignon. Risente della benefica influenza marina e la presenza di Cabernet Sauvignon fornisce una dotazione antociana intensa. Il colore rubino è dovuto al Sangiovese.

Verticale di Avvoltore di Moris Farms

Annata 2011
Colore rubino intenso con lance tendenti al porpora, veste di tipo aranciato. Fruttato dolce, sentori iniziali di speziatura, franchezza assoluta. Vino pulito, elegante. Sottile, tannino morbido, note di cipria. Tannini polverosi che ricordano il cacao. Una persistenza vagamente amarotica. Valentini:”Uva è pronta quando è matura anche la buccia. La vendemmia è il mese più stressante dell’anno. Il Sangiovese è difficile, non è un’uva robusta per la nostra zona”.
2010
Naso più  denso, frutto più intenso, prugna, ciliegia matura, percezione più balsamica, eleganza al naso importante. Finale lungo, marasca, note di pasticceria dolce, ribes. Annata meno asciutta, più piovosa.
2009
Leggero sentore di tappo. Connotazione più verticale del 2010. Note leggermente balsamiche, conifere, fiori di garofano, noce moscata, pepe leggero, nota di cipria. Buona entrata, tannini morbidi. Le vigne furono potate e lavorate con più attenzione.
2008
Non c’è stata produzione a causa di una grandinata a ferragosto.

Avvoltore 2003

2007
Il colore vira di più sull’aranciato. Naso fine ed elegante, note balsamiche, lievemente mentolate, fresche. Frutto maturo, sensazione marmellatosa. Giovanile, fresco, tattile, cacao polveroso. In tutti i questi campioni non si percepisce il legno. Grande potenza. Valentini: “Non usiamo 100% di barrique nuove, usiamo barrique di più passaggi,  non vogliamo coprire il vino con il legno. Negli anni ci siamo stabilizzati sui legni di tre foreste francesi”.
2004
Frutto presente, sentore di chiodi di garofano, note balsamiche. Tostature fini e pepe più brillanti. In bocca è ancora giovane, grafite tattile del tannino e caffè. Valentini: “Prima annata con un nuovo fornitore di tappi, tecnici. Tappo di una ditta che ha brevettato il ‘quadripezzi’, due orizzontali e verticali”.
2003
Al naso: menta, anice, note di sedano, non ancora marmellatoso. Pepe verde, pepe rosa, erbe aromatiche, timo,  macchia mediterranea. Cupo, inchiostrato, Terroir,  fondo di caffè.
2001
Al naso ambizioso, terra bagnata, caffè, cacao, gusto profondo e persistente.
2000
Qualche difetto con sostituzione di bottiglia.

Foto di Marco De Felicis

INFO

Anteprima Vini della Costa Toscana: https://www.anteprimavinidellacosta.com/

La Regola: https://www.laregola.it/

Moris Farms: www.morisfarms.com/web/it/

Petra: https://www.petrawine.it/

Sassotondo: https://www.sassotondo.it/

Terre del Marchesato: https://www.terredelmarchesato.com/