Aziende d’Orcia che producono emozioni

La denominazione ‘Orcia’ accomuna gli ‘artigiani del vino’ che lavorano la terra, sperimentano e ci mettono faccia e mani. Le aziende che abbiamo visitato producono emozioni.

La Val d’Orcia, parco artistico-culturale-naturale (inserita nel 2004 dall’Unesco nel patrimonio dell’umanità) è ricca di castelli e abbazie distesi su mantelli verdi che cambiano colore con le stagioni e in cui si nascondono, come tesori, piccoli borghi medievali.

Bagno Vignoni

Tra queste location cinematografiche troviamo: Bagno Vignoni con la sua antica piazza d’acqua termale, espressione della natura vulcanica del monte Amiata, che ha ispirato Tarkovskij in Nostalghia; Pienza disegnata nel Quattrocento da Bernardo Rossellino per papa Pio II Piccolomini (nel monastero di Sant’Anna in Camprena sono state girate alcune scene del Paziente inglese di Anthony Minghella) e S. Quirico d’Orcia con la sua Pieve dei Santi Quirico e Giulitta (la ‘Collegiata’) con un portale attribuito a Giovanni Pisano, gli Horti Leonini (1580) e Palazzo Chigi Zondadari (progetto di Carlo Fontana per il cardinale Flavio Chigi).

Pieve dei Santi Quirico e Giulitta

Un territorio ideale per essere percorso a piedi, in bicicletta o a cavallo. Ridley Scott, nel Gladiatore,  ha immaginato che, nei campi di grano tra San Quirico e Pienza, potesse trovarsi il paradiso del protagonista. Un territorio costellato da belle aziende agricole e vitivinicole che puntano alla qualità che ritrovi nel gusto dei vini, del Vin Santo, dei cibi e piatti proposti: i pici, la carne chianina, il miele, l’olio extravergine di oliva, i salumi di cinta senese, il pecorino, il tartufo bianco, lo zafferano e una ghiotta varietà di dolcetti.

Scultura

Abbiamo visitato alcune aziende, durante Orcia Wine Festival, che ci hanno emozionato per diversi motivi. Quasi tutte sono adagiate su una collina da cui si ammira un paesaggio che sembra uscito da un dipinto del Quattrocento e che ti fa immaginare che il lavoro da quassù è un’altra cosa…
Salire al Castello di Ripa d’Orcia (XIII secolo, privato, 300 m a strapiombo sul fiume Orcia) consente di fare un tuffo nella storia, vedere a volo d’uccello il territorio e ammirare i suoi vigneti (lavorazione bio), ai piedi del castello, circondati dall’incontaminata riserva naturale di Ripa d’Orcia.

campi di grano

All’Orcia Wine Festival abbiamo degustato il loro: Ripa d’Orcia Igt rosso 2012 (Syrah, Cabernet Sauvignon e Merlot, affinamento 24 mesi in barrique di rovere), bei profumi coerenti con il gusto e il Vinsanto (Trebbiano e Vermentino, affinamento in caratelli minimo tre anni) dal bel sapore amabile e asciutto.

Castello di Ripa d’Orcia

L’azienda Poggio Grande (480 m, a conduzione familiare nella zona di Castiglion d’Orcia) dal 1988 produce vini marcati dal terreno calcareo con presenza di tufo. La fattoria ha anche un allevamento di cavalli e di suini di ‘cinta senese’. L’azienda è di proprietà della famiglia Zamperini: Luca e la figlia Giulitta (consigliera Onav Siena e vicepresidente, insieme a Roberto Terzuoli, del Consorzio del Vino Orcia). Producono otto etichette, con due perle del territorio, il Tagete (da vitigni francesi: 50% Marsanne e 50% Rousssanne) e il Sesterzo 2013 (100% Sangiovese).

Vigneti del Castello di Ripa d’Orcia

Il Sesterzo 2013 (produzione 7.000-8.000 bottiglie da una vigna di 16 anni) invecchia 24 mesi di legno, ha un bel colore granato, pulito al naso, con sentore di mora e mirtillo, in finale cioccolato bianco con qualche nota di tabacco e agrume. Un vino complesso, stimola la salivazione ma è ammorbidito dal legno e in equilibrio con il frutto.

Degustazione a Poggio Grande

Roberto Terzuoli dell’azienda SassodiSole (nella zona est di Montalcino) produce sia vini di Montalcino che d’Orcia, tre etichette (più una riserva) ancorate al Sangiovese (8 ettari di vigneti). I vigneti esposti a sud-ovest, sono a 280 m di altezza con terreni di medio impasto, franco-argillosi con presenza di scheletro. Il rosso d’Orcia invecchia in botti grandi (35 ettolitri) in rovere di Slavonia per circa un anno e l’affinamento dura un paio di mesi in vetro. Le viti sono a cordone basso speronato e coltivate secondo la tradizione montalcinese, la raccolta delle uve è effettuata a mano. La produzione è di circa 7.500 bottiglie di Orcia su 30.000 totali.

Poggio Grande, Tagete 2013

Il suo Orcia Doc 2014 (100% Sangiovese) presenta un color granata, profumi di frutti di bosco, ribes, cioccolato bianco e ingresso ampio, restringe verso il finale con leggera nota di arancio e tannino ancora giovane. Buono il rapporto qualità/prezzo: 15 euro a bottiglia.

Roberto Terzuoli di SassodiSole

Marco Capitoni sembra uno degli ultimi discendenti della cultura contadina. Vigna con presenza di fossili e conchiglie, terreno sabbioso-limoso (464 m s.l.m.). Ha iniziato, dal 2012, a produrre vino in anfore di terracotta realizzate a mano con terra dell’Impruneta. Usa lievi autoctoni.

Le giare di Capitoni

Il suo Frasi viene prodotto solo nelle annate migliori, dal vigneto più vecchio. Il suo Frasi 2012 (15 gradi), Sangiovese 90% con il 10% di Canaiolo/Colorino, ha color rubino con un’unghia leggermente granata, presenta note di marmellata di more, note balsamiche e liquirizia, è un vino austero, robusto, coerente al gusto, con tannino abbondante e compatto.

Capitoni, Frasi 2010

Una delle più belle aziende (336 ettari) dove sostare, mangiare, rilassarsi e degustare il nettare d’Orcia è la Fattoria del Colle di Donatella Cinelli Colombini (presidente del Consorzio del Vino Orcia, fondatrice del Movimento del turismo del vino e ideatrice di Cantine Aperte). Per arrivare alla Fattoria del Colle (che vanta uno staff di sole donne) si percorrono diversi chilometri tra boschi, colline piene di profumi e canti di uccelli. Un paradiso della biodiversità, in cui addentrarsi facendo magnifiche passeggiate e godendo di un panorama mozzafiato sulle Crete Senesi.

 

Fattoria del Colle di Donatella Cinelli Colombini

 

Il suo Cenerentola Orcia 2012 (65% Sangiovese e 35% Foglia Tonda, vitigno autoctono recuperato con tenacia da Donatella) è un vino ‘prima della mezzanotte’, di nobile lignaggio. Le sue caratteristiche (colore rosso-rubino, pulito al naso, sentori di frutta rossa matura, leggermente speziato, avvolgente, fine ed elegante, con corrispondenza tra naso e gusto) ne fanno un vino di classe.

Rilievo con le storie di Abramo XII secolo (Palazzo Chigi Zondadari)

Queste aziende sono l’espressione di una comunità sana, legata al proprio lavoro e territorio, in grado quindi di proteggerlo, con un senso di coesione e appartenenza che ha determinato, attraverso una sottoscrizione popolare, il ritorno a San Quirico d’Orcia della sua opera più antica, il bassorilievo romanico con le storie di Abramo (ora a Palazzo Chigi).
Prima di lasciare San Quirico d’Orcia non dimenticate di acquistare (abbinandolo con uno dei suoi buoni vini rossi) l’ottimo pecorino a latte crudo della Fattoria Pianporcino che ha il suo punto vendita nel centro di San Quirico d’Orcia.

Foto e video di Marco De Felicis

Le Aziende

Capitoni Marco Azienda Agraria www.capitoni.eu Tel. 338 8981597

Castello di Ripa d’Orcia www.castelloripadorcia.com tel. 0577 897376 – 898038

Donatella Cinelli Colombini www.cinellicolombini.it Tel. 0577 662108

Poggio Grande www.aziendapoggiogrande.it Tel. 338 8677637

SassodiSole www.sassodisole.it Tel. 0577 834238 – 0577 834303 – cell. 320 2155091

Fattoria Pianporcino www.fattoriapianporcino.it Via D. Alighieri, 113b Tel. 345 6604469