Scuderie del Quirinale, capolavori della scultura buddhista giapponese

Roma. Alle Scuderie del Quirinale 35 pregevoli pezzi di scultura buddhista  (VIII – XIV secolo) in mostra fino al 4 settembre 2016.

Sono tante le emozioni che si provano al cospetto di questi ‘giganti’ venuti dal passato e dal lontano Giappone. Sono opere di raffinata eleganza e fattura che per la prima volta in assoluto sono esposte insieme, in modo da poterne seguire l’evoluzione stilistica e cronologica (dal periodo Asuka, VII-VIII secolo, al periodo Kamakura, 1185-1333) e per la prima volta arrivano in Italia. Peccato per il breve lasso di tempo in cui è possibile vederle.
Il buddhismo fu introdotto in Giappone, tra il VI e il VII secolo, dalla Cina attraverso la penisola coreana, assumendo, a partire dal X secolo, nei temi e nelle forme caratteristiche sempre più originali. Proprio attraverso immagini scultoree e pittoriche provenienti dal continente, ricche di elementi indiani-cinesi-coreani, si diffuse il buddhismo in Giappone. Fino a quel momento le figure sacre erano state i kami, le divinità dello shintoismo. La scultura buddhista raggiunse il suo massimo splendore nel tardo periodo Heian (794 – 1185), epoca della corte imperiale di Kyoto che usava il legno quale materia prima per le sculture e la grazia come principale espressione. Durante l’epoca successiva, Kamakura (1185-1333), prevalse sulla corte il potere militare in virtù del quale si affermò una scultura vigorosa ed essenziale, espressione degli ideali dei samurai e dei principi del buddhismo zen.
Il governo giapponese ha classificato 2626 statue come tesoro nazionale o importante proprietà culturale e sono quasi tutte in legno, dal pregiato sandalo al cipresso giapponese. Queste immagini di culto sono difficilmente trasportabili e accessibili perché esposte in templi o collezioni di musei nazionali. Ogni volto ha una espressione diversa: meditazione, ira, quiete, paura etc. Coloro che si dedicavano alla statuaria buddhista erano chiamati busshi e dopo il X secolo erano prevalentemente monaci. Realizzare una statua buddhista, consacrata con la cerimonia dell’apertura degli occhi (kaigen), era considerata un’opera meritoria.

Shaka Nyorai (Śākyamuni) Periodo Asuka, VII secolo, Bronzo, altezza 60,6 cm, Jindaiji, Tokyo, Importante proprietà culturale

La scultura più antica esposta, della fine del VII secolo, è una  figura seduta dal volto mite, nota come immagine di Shaka Nyorai (Śākyamuni), ma l’identificazione non è certa. La veste che aderisce al corpo, e ne mette in rilievo le forme, è una caratteristica introdotta dalla Cina, che ha le sue origini nella scultura indiana di epoca Gupta. Il volto di adolescente  che lascia trasparire un sorriso è una forma espressiva apprezzata in Giappone e che ispirò molte opere del successivo periodo Nara, sopravvivendo fino al tardo periodo Heian. La statua è stata realizzata con una sola gettata di bronzo con la tecnica a cera persa, all’epoca la più diffusa nella statuaria buddhista. L’interno è cavo e la superficie presenta tracce dell’originaria doratura.

Bonten (Brahmā) Testa: periodo Nara, VIII secolo, corpo: periodo
Kamakura, 1289 Testa: lacca secca dipinta, corpo: legno dipinto,
altezza 205 cm. Akishinodera, Nara Importante proprietà culturale

Nell’Akishinodera di Nara (tempio del 780) si trova questa immagine di Bonten, figura equivalente a Brahmā (il dio induista creatore dell’universo), assimilato nel buddhismo quale divinità protettrice della dottrina. La testa è stata realizzata in lacca secca (il busto è un rifacimento del 1289, quando la statua fu ridipinta). La tecnica della lacca secca (introdotta in Giappone agli inizi del VII secolo e dalla fine del secolo utilizzata per la statuaria buddhista) consisteva nell’incollare con lacca urushi vari strati di lino su una matrice d’argilla; indurita la lacca si eliminava poi l’argilla all’interno. Per la definizione dei particolari si applicava una pasta di polvere di legno o lino mescolata con lacca urushi.

Jōchō, Bodhisattva su nuvola, Periodo Heian, 1053, Legno dipinto, altezza 57,1 cm, Bunkachō (Agency for Cultural Affairs)

Questo è la raffigurazione di uno dei bodhisattva (coloro che, secondo il buddhismo Mahāyāna, si dedicano alla salvezza degli altri uomini) che stanno seduti su una nuvola con tonsura e abito da monaco e si trovano nella zona superiore delle pareti del Padiglione della Fenice, (Hōōdō del Byōdōin di Kyoto, attualmente proprietà dello stato). Il massimo busshi dell’epoca, Jōchō e la sua scuola hanno eseguito la statua di Amida e i bodhisattva su nuvola che la circondano, attualmente se ne conservano 53 (uno è quello esposto in mostra e gli altri si trovano nel Padiglione raffigurati in diversi atteggiamenti, chi suona uno strumento, chi danza, chi prega).

Tamonten (Vaisravana), Periodo Heian, XII secolo, Legno dipinto, altezza 157,5 cm, Nara National Museum, Importante proprietà culturale

Tamonten è uno dei Quattro Sovrani Celesti (Shitennō) appartenuti in passato al Kōfukuji di Nara. La datazione non risulta certa perché la statua potrebbe aver subito modifiche successive, ma il movimento che ricorda una posizione di danza rinvia alla fine del periodo Heian, forse un’opera della seconda meta del XII secolo eseguita su un modello del X o dell’XI secolo.

La mostra è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale e organizzata dal Bunkachō (Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone) con l’Azienda Speciale Palaexpo e con il supporto di MondoMostre, in occasione della celebrazione del 150° anniversario del primo Trattato di Amicizia e Commercio (firmato il 25.8.1866) tra Italia e Giappone, da cui presero avvio i rapporti diplomatici tra i due Paesi.

Sede
SCUDERIE DEL QUIRINALE Via XXIV Maggio 16, Roma

Orari
Domenica – venerdì dalle 12.00 alle 20.00; Sabato dalle 12.00 alle 23.00;
Non si effettua chiusura settimanale – La biglietteria chiude un’ora prima

Ingresso
Intero € 8,00 ‐ Ridotto €6, 00
Ridotto 7/18 anni €4,00 ‐ Ingresso gratuito fino ai 6 anni

Informazioni
Tel. +39.06.39967500
www.scuderiequirinale.it