Correggio e Parmigianino – Arte a Parma nel Cinquecento, Scuderie del Quirinale

 

I protagonisti dell’età dell’oro dell’arte a Parma nella prima metà del Cinquecento: Parmigianino (1503 – 1540) e Correggio (1489 – 1534), in mostra a Roma alle Scuderie del Quirinale fino al 26 giugno 2016.

 

Correggio (Antonio Allegri) Ritratto di Dama Portrait of a Lady Olio su tela Oil on canvas 103 x 87.5 cm. San Pietroburgo, The State Hermitage Museum Saint Petersburg, The State Hermitage Museum Photograph © The State Hermitage Museum /Vladimir Terebenin

In mostra circa un centinaio di opere (disegni e dipinti) provenienti da oltre cinquanta prestatori tra musei e istituzioni straniere. Per il Correggio (Antonio Allegri) Parma fu luogo di elezione, vi si stabilì, quando era all’apice della sua carriera per rimanervi tutta la vita,  mentre per il Parmigianino (Francesco Mazzola) è stata una sede, insieme a Roma e Bologna, della sua attività di artista. Correggio, che i documenti provano  a Mantova nel 1512, risente dell’influsso del Mantegna. Entrambi lasciarono a Parma importanti affreschi, il Correggio nella Camera di San Paolo, Duomo e San Giovanni Evangelista, il Parmigianino nelle cappelle di quest’ultima e nella volta del presbiterio di Santa Maria della Steccata. Esposti in mostra i disegni dei due artisti che evidenziano le loro differenze, per il Parmigianino il disegno era un’attività quasi compulsiva, per il Correggio era finalizzata all’esecuzione di un’opera. Il Correggio raffigura tutta la gamma dei sentimenti, sia religiosi che sensuali, il Parmigianino è raffinato ed elegante quanto sensibile nel penetrare i personaggi nei ritratti. La mostra segue l’evoluzione nel tempo di entrambi i pittori.

Francesco Mazzola, Parmigianino Ritratto d’uomo con un libro Portrait of a Man with a Book Olio su tela Oil on canvas 70 x 52 cm. York Museums Trust (York Art Gallery) Presented by F.D. Lycett Green through The Art Fund, 1955

L’impatto emotivo al cospetto delle due gigantesche ante lignee con David e Santa Cecilia della Basilica di Santa Maria della Steccata del Parmigianino è forte e viene istintivo inchinarsi di fronte a tanta bellezza e immaginazione creativa (vedi il fanciullo che sbuca tra le gambe di David). Segue una sala dedicata al Correggio e l’incanto prosegue con David davanti all’Arca dell’Alleanza (collezione privata) dove risulta evidente il riferimento ai Trionfi e il suo primo notturno, Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne, ancora mantegneschi. Dal 1524, fino al saccheggio dei lanzichenecchi nel 1527, Parmigianino era a Roma, durante il pontificato di Clemente VII (il cardinale Giulio de’ Medici), in cui si era formato un raffinato cenacolo proto-manierista (Rosso Fiorentino, Sebastiano del Piombo, Perin del Vaga, Baldassarre Peruzzi e Polidoro da Caravaggio).
Nella terza sala dedicata agli esordi del Parmigianino meraviglia la sua precoce compiutezza, i bei disegni e il Ritratto di Lorenzo Cybo (1525 c.), racconta il Vasari: “Cybo, capitano della guardia del Papa e bellissimo uomo, si fece ritrarre da Francesco, il quale si può dire che non lo ritraesse, ma lo facesse di carne e vivo”. Nella quarta sala le opere dei due artisti degli anni venti e trenta del Cinquecento, dove spicca per la sua tenera intimità la Madonna di san Zaccaria del Parmigianino. Le prime raffigurazioni di soggetti mitologici dei due pittori furono gli affreschi nella Camera di San Paolo (Correggio) e nella Rocca di Fontanellato (Parmigianino) con la storia di Diana e Atteone, con riferimenti alchemici alla coniunctio tra maschile e femminile. Quest’ultimo eseguì quasi tutti i dipinti mitologici per il cavalier Francesco Baiardi, nel cui inventario risulta la tavola raffigurante Saturno e Filira “bozzata di colore finito”, che sembra corrispondere allo stato incompiuto dell’opera in mostra (collezione privata). Dalla Schiava Turca del Parmigianino si è letteralmente sedotti, certamente non di origine turca indossa il ‘balzo’ (copricapo cinquecentesco che raccoglie i capelli) con al centro l’immagine di Pegaso alato, le gote arrossate e i lineamenti stilizzati ne idealizzano il volto. Segue una sala dedicata ad artisti influenzati dai due pittori, Michelangelo Anselmi, Giorgio Gandini del Grano e Girolamo Mazzola Bedoli (discepolo e cugino acquisito del Parmigianino). L’excursus sui due protagonisti è completato da una sala con i loro disegni, prodigiosi quelli del Parmigianino (che scambiava con il Rosso Fiorentino non solo studi preparatori) eseguiti a penna, acquerello, matita rossa e nera, a volte con lumeggiature bianche; tenera l’espressione della Testa di Gesù Bambino (carboncino e matita rossa, Vienna, Albertina) e quasi tridimensionale il suo Diogene (matita rossa e biacca, collezione privata).

Correggio (Antonio Allegri), Ritratto di uomo leggente, Portrait of a Man with a Book, olio su carta incollato su tela, Oil on paper stuck down on canvas, 60.2 x 42.5 cm. Milano, Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco, Pinacoteca, Raccolte d’Arte Antica, Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano – Copyright Comune di Milano, tutti i diritti riservati

Nella sala dei ritratti si possono confrontare, constatandone le differenze, il Ritratto di uomo con libro (York Art Gallery) con una striscia di cuoio dorata a destra, con quello dallo stesso titolo del Correggio. Nell’ultima sala le ultime meraviglie: Antea e la Pallade Atena (il cui nome greco è iscritto nel gioiello sul petto) del Parmigianino, presenti nell’inventario di Francesco Baiardo. Finì la sua vita nei debiti perché dedito all’alchimia, a quanto riferito dallo stesso Vasari: “vetro et altri simili bazzicature, che gli facevano spendere i più in un giorno che non guadagnava a lavorare una settimana alla cappella della Stecata; e non avendo altra entrata e pur bisognandogli anco vivere, si veniva così consumando con questi suoi fornelli a poco a poco…”. Forse proprio nei vasi delle Vergini della Steccata si nasconde un’allusione alchemica. I confratelli della Steccata, a causa dei debiti e ritardi accumulati dal pittore, finiranno per estrometterlo e farlo imprigionare.
La mostra è stata curata dal prof. David Ekserdjian, studioso della Scuola di Parma e autore di due monografie sui due artisti.

Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) (Parma 1503 – Casalmaggiore, 1540) Antea, olio su tela / Oil on canvas Napoli, Museo di Capodimonte

Incontri in programma al Palazzo delle Esposizioni, il mercoledì alle 18.30:
16 marzo, Splendore del disegno a Parma;
23 marzo, Arte a Parma nel Cinquecento. Le ragioni di una mostra, con il curatore della mostra;
30 marzo, Correggio: genius loci, genius mundi;
13 aprile, Interecci, scarti, giravolte. Le alterne fortune di Correggio e Parmigianino;
20 aprile, Parmigianino modello del manierismo europeo. Il caso della Madonna di San Zaccaria;
27 aprile, Un ‘soggetto acquaticcio’: Diana al Bagno. Parmigianino a Fontanellato;
18 maggio, Raffaelo e Parmigianino. Metafore dello sguardo e
25 maggio, “Pupilli” del Correggio. Rondani e Gandini del Grano.

Informazioni
Sede
SCUDERIE DEL QUIRINALE
Via XXIV Maggio 16, Roma
Periodo
12 marzo 2016 – 26 giugno 2016
ORARI
Domenica – giovedì dalle 10.00 alle 20.00
Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
Non si effettua chiusura settimanale
La biglietteria chiude un’ora prima
INGRESSO
Intero € 12,00 – Ridotto € 9, 50
INFOLINE, PRENOTAZIONI, VISITE GUIDATE
Tel. +39.06.39967500
SITO INTERNET
www.scuderiequirinale.it