Festa del cinema di Roma. LAND OF MINE (Sotto la sabbia), come la guerra abbatte il confine tra il bene e il male

La verità, finora temuta da inglesi e danesi, su quanto accaduto nei giorni successivi alla resa della Germania nazista nel 1945.
Un bel film che racconta fatti che è difficile rintracciare nei libri di storia. Proprio un regista danese, l’autodidatta Martin Zandvliet, ha deciso di fare luce su un periodo oscuro della storia del suo Paese, per molti anni considerato un tabù. I prigionieri di guerra tedeschi, dopo la resa della Germania nel maggio 1945, furono usati per circa sei mesi, senza aver alcuna esperienza in merito, per disinnescare oltre due milioni di mine antiuomo che i nazisti avevano posizionato sulle coste occidentali della Danimarca.

Furono impiegati circa 2.600 uomini, di cui la metà rimase uccisa o ferita, che appartenevano al Volkssturm, una milizia improvvisata, istituita da Hitler per arruolare quante più persone possibili negli ultimi giorni disperati della guerra, formata da anziani e giovanissimi, fino a 13 anni di età. L‘idea di utilizzare prigionieri di guerra – trasformati in “persone volontariamente arrese al nemico” per eludere le regole della Convenzione di Ginevra del 1929 che vieta di costringere i prigionieri di guerra a svolgere lavori forzati o pericolosi – fu concepita dalle autorità britanniche e adottata dai danesi.

Conferenza stampa

Il film, girato in sole sei settimane, racconta l’istinto di vendetta dei danesi che avevano patito cinque anni di occupazione e terrore nazista, ma soprattutto l’umanità che riemerge dalla barbarie e la possibilità di riconciliazione. Roland Møller interpreta, molto bene (primo ruolo da protagonista) in tutte le sfumature di sentimenti spesso contrastanti, il sergente Leopold Rasmussen che deve guidare i giovanissimi detenuti allo sminamento che si trasforma in una lenta carneficina. In questo microcosmo umano si intrecciano sentimenti ed emozioni di ogni tipo. La natura idilliaca della costa contrasta, volutamente, con l’atrocità del vissuto dei protagonisti.
Durante la conferenza stampa è stato chiesto come è stato lavorare con ragazzi molto giovani, alla loro prima esperienza. Roland Møller: “È stata una bella sfida. Ho scoperto che dovevo ottenere il loro rispetto. Ero nervoso perché era la prima volta che recitavo da protagonista e dovevo parlare in tedesco, che non è la mia prima lingua. Ho chiesto ai ragazzi di fare un lavoro di squadra.”
Quello che è stato perpetrato è un crimine di guerra.
Ancora oggi esistono, nel mondo, circa 110 milioni di mine inesplose e a causa di queste muoiono, mediamente, circa 10 persone ogni giorno.