Salento e ambiente: Xylella, TAP, Torre Guaceto e pesca sostenibile

Il Salento a confronto con diversi problemi ambientali: le industrie petrolchimiche brindisine, la Xylella e il TAP (Gasdotto Trans-Adriatico). Il TAP è una priorità nella politica energetica europea,  trasporterà inizialmente 10 miliardi di metri cubi l’anno di gas naturale destinati a raddoppiare.

Ulivi di Torre Guaceto

Una corrente di pensiero ritiene che il disseccamento rapido degli ulivi potrebbe non essere imputabile al batterio della Xylella fastidiosa ma all’impoverimento del terreno causato da dosi massicce di pesticidi. In ogni caso l’eradicazione degli ulivi da Brindisi a Lecce è stata bloccata poiché il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria, alcuni funzionari della Regione e alcuni ricercatori di diversi istituti sono stati iscritti sul registro degli indagati della Procura di Lecce nell’ambito dell’inchiesta della diffusione della Xylella fastidiosa.
Magistratura e scienza seguono percorsi diversi, anche se entrambe ricercano l’inconfutabilità delle prove. Si attende di conoscere, sulla base di valide perizie, se l’unica cura per gli ulivi sia l’abbattimento o interventi graduali che possano ripristinarne la salute.

Ulivo secolare di Torre Guaceto

Il corridoio meridionale del gas (TAP),  lungo circa 4.000 km, di prossima realizzazione, attraverserà sette paesi e consentirà l’utilizzo in Europa delle riserve di gas naturale del Mar Caspio, passando per la Grecia, l’Albania fino alla Puglia, dove arriverà il terminale di ricezione (PRT) nel comune di Melendugno (Lecce) in prossimità di San Foca.
Il tratto sottomarino italiano sarà di 25 km, quello sulla terra ferma di 8 km interrato per 1,5 m. Il TAP si collegherà alla rete nazionale (gestita da Snam Rete Gas) per raggiungere le destinazioni europee. Al decreto di compatibilità ambientale – firmato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – hanno dato parere negativo la Regione Puglia e il Ministero dei Beni culturali. Nel 2015 è stato firmato il decreto di autorizzazione per l’avvio dei lavori, previsti a maggio 2016.
Il progetto del gasdotto, che passa vicino ai centri abitati e prevede lo spostamento di ulivi secolari (circa 1900 quelli interessati), non è ben visto da molti. Il punto di ricezione (PRT), dove il gas verrà depressurizzato, non è stato fatto rientrare nella cosiddetta legge Seveso, in quanto il gas non viene manipolato o stoccato e pertanto non è suscettibile di rischi industriali per l’uomo o l’ambiente.
Si è costituito un comitato ‘NO-TAP’, una rete di municipi e associazioni a difesa della bellezza paesaggistica del Salento, che ha replicato che le autorizzazioni si basano su dati relativi all’inizio dell’erogazione destinati invece a raddoppiare.

Fatti abbracciare da un ulivo

I proprietari degli ulivi ritengono che lo sradicamento, lo spostamento e il reimpianto di alberi secolari ne comporterebbe la morte e gli abitanti che vivono di turismo, grazie anche alle spiagge incontaminate della zona (bandiera blu), temono un’alterazione della flora e fauna marina e una pesante ricaduta sull’affluenza turistica. I responsabili assicurano che i cantieri saranno chiusi nel periodo estivo e saranno posti a una distanza di 700 m dalle spiagge di Melendugno. Altri sostengono che l’approdo del gasdotto nella zona di Brindisi avrebbe comportato un impatto minore.

Ulivi di Torre Guaceto

Ma il punto da considerare è anche un altro, da 30 anni la Puglia sta investendo su un’economia virtuosa e sostenibile, basata sul rispetto della natura, del territorio e del turismo.
La Puglia ce la sta mettendo tutta per difendere il suo patrimonio, il suo “oro” (l’olio), la sua natura e il suo paesaggio, così la cultura degli ulivi arriva anche sul grande schermo con il cortometraggio Mare d’argento di Carlos Solito (regista, fotografo e scrittore), sostenuto da imprenditori pugliesi, con una produzione abruzzese-campana. Il cortometraggio, che sarà presentato in diversi festival nel 2016, rappresenta la natura selvaggia salentina, incantata e abitata da chi vive dei suoi prodotti.

Del resto basta qualche scatto come quelli di Carlo Toma, che ha fotografato i tronchi nodosi ed evocativi degli ulivi salentini, per trarne suggestioni e dare loro un volto (un gufo, un serpente o altro) come hanno fatto cinque fumettisti. Uliando Uliando, titolo della mostra di Toma, dopo essere stata ospitata presso il Castello di Acaya, è attualmente visitabile presso il Castello Aragonese di Otranto fino al 30 gennaio 2016.

Uliando Uliando, catalogo

Uno degli esempi di economia virtuosa eco-sostenibile è la riserva di Torre Guaceto, dal nome della torre costruita a scopo difensivo dal vicereame spagnolo. È stata salvata da una macabra destinazione, secondo un progetto degli anni Ottanta che la vedeva sede di una centrale nucleare (come Caorso), diventando una riserva eco-sostenibile.

Tronco di ulivo, foto di Carlo Toma

Quest’aerea marina protetta (1200 ettari di terra e 2200 di mare) a nord di Brindisi, nata negli anni Novanta, è una riserva naturale, con un litorale di 8 km, il cui 70% del territorio si trova nel comune di Carovigno (BR). Luogo incontaminato, dune alte anche 15 m, mare allo stato brado. L’auto si lascia in un parcheggio e si prosegue a piedi, in bici o con un trenino (durante il periodo estivo). A Punta Penna Grossa c’è un lido attrezzato per i portatori di handicap.

Tavola di Stefano Palma

Alle spalle delle dune ci sono zone acquitrinose e un’ampia zona agricola dove prevalgono gli ulivi (260 ettari della varietà ‘Ogliarola Salentina’), con molti esemplari monumentali (ovvero di oltre 100-200 anni) spesso millenari. Gli altri 500 ettari sono destinati ad ortaggi e cereali di pregio con parecchi produttori che è stato difficile riunire. La Fondazione CON IL SUD ha finanziato il progetto C.A.P. SALENTO (Comunità degli agricoltori e pescatori del Salento) il cui soggetto responsabile è l’Associazione Slow Food Alto Salento. Il progetto vuole mettere in rete e salvaguardare la biodiversità naturale e culturale di aree naturali protette. Mario Di Latte, referente dei produttori agricoli del Presidio Slow Food di Torre Guaceto con l’azienda Calemone, racconta che nell’area si producono solo prodotti bio di qualità, come il pomodoro fiaschetto, che non avendo un’alta resa quantitativa stava scomparendo, e l’Oro del Parco l’olio extravergine di oliva da agricoltura biologica, degli ulivi secolari di Torre Guaceto (8-9 euro al litro in lattina).

Mario Di Latte

Il pomodoro fiaschetto deve il suo nome alla sua tipica conformazione ed è diventato, dopo averne recuperato i semi, Presidio dal 2008, attualmente a questa coltivazione sono dedicati 7-8 ettari. Si presta sia al consumo fresco ma anche in ‘conserva’, il terreno (tufaceo-pietroso) e la vicinanza al mare lo rendono dolce e con un retrogusto acidulo, in perfetto equilibrio tra i due sapori. Sono quattro le aziende produttrici. Per ogni ettaro ne vanno convertiti quattro, nella rotazione viene inserito il grano e il farro. Il marchio ‘Oro del Parco’ raggruppa diverse aziende con un’autonomia interna ma con un’adesione ad un disciplinare rigoroso. Per tale motivo esistono bottiglie di passata di pomodoro fiaschetto che recano due marchi: ‘Oro del Parco’ e ‘Agricoltura di Qualità’ ma che hanno etichette diverse perché provenienti da aziende diverse.
Nell’area marina protetta è attivo il progetto di pesca sostenibile, con l’utilizzo della maglia larga (per cui i pesci piccoli non vengono catturati)che ha ottenuto dei risultati eccellenti con un incremento del 400% della specie ittica. Era un tratto di mare dove si pescava di frodo e il pesce era quasi scomparso. Del Consorzio fanno parte il comune di Carovigno, quello di Brindisi e il WWF Italia. Dopo 5 anni di blocco totale della pesca il mare è rinato e ora si pesca a tramaglio. La resa attuale è pari al doppio. Seppie, triglie (500 gr), scorfani (3-4 kg), razze, dentici e polpi. Mediamente si ottengono 50-60 kg di pesce per ogni uscita, 500-600 euro di pesce, che di solito è il quantitativo di una settimana di pesca. Ogni volta che i pescatori rientrano da un’uscita trovano ad attenderli i grossisti per l’acquisto del pesce e i biologi per il controllo delle specie pescate e la loro grandezza; i dati vengono inviati all’Università del Salento per il monitoraggio e lo studio. In tal modo si proteggono le specie marine e si mantiene l’economia locale.

Consorzio di Gestione di Torre Guaceto

Anche noi possiamo dare il nostro contributo evitando di mangiare la ‘neonata‘ (pesce appena nato, di solito sarde, acciughe e triglie), disponibile nei mesi in cui il pesce si riproduce, tra febbraio e maggio. Solo per fare un esempio per ogni kg di neonata si perdono 2 quintali di pesce. Dovremmo cambiare abitudini alimentari scegliendo pesci a ciclo vitale breve, che non accumulano contaminanti e si riproducono velocemente: sugherelli, triglie, moscardini, mormore, ovvero i piccoli pesci con le spine. La minaccia è che tra 50 anni nel Mediterraneo non ci sarà più pesce e che sarà irreversibile.
Nella riserva vivono 7 pescatori (dotati, ognuno, di reti di 1000 m e maglie da 14, ovvero 30 mm.) che non possono pescare tutti i giorni ma due volte a settimana, le guardie del parco controllano il pescato e tutti i pesci piccoli vengono rimessi in acqua. Attualmente con 1-2 uscite a settimana i pescatori, che hanno formato una cooperativa di pescatori bio (E.M.M.A, Eco Mar Mediterraneo Amico), hanno uno stipendio garantito. Si pescano spigole, orate e cernie di grandi dimensioni e oggi la riserva è la più pescosa di Italia, quattro volte in più rispetto alle altre riserve. Un altro progetto è il cefalo sottolio in vasetti di vetro, ne vengono pescati anche 180 kg al giorno nella buona stagione e con gli scarti della lavorazione del cefalo, insieme ai pomodori fiaschetto semi-secchi, si ricava un prodotto di gusto eccellente.

Foto di Marco De Felicis

Indirizzi

Consorzio Gestione di Torre Guaceto
tel. +39 0831989885 www.riservaditorreguaceto.it

Pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto – Presidio Slow Food
https://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/pomodoro-fiaschetto-di-torre-guaceto/

Azienda Agricola Calemone www.calemone.it

Carovigno
mangiare:

Già Sotto l’Arco
C.so Vittorio Emanuele, 7
tel. 0831 996286 www.giasottolarco.it
70 euro vini esclusi
palazzo settecentesco, per romantici: tavolo da due sul terrazzino

Casale Ferrovia
Strada Provinciale 34 – Via Stazione 1
tel. 0831 990025 – 35 euro vini esclusi
antico frantoio trasformato in ristorante