Strenne d’arte, l’intrigante Balthus a Roma

Circa duecento opere (tra quadri, disegni e fotografie) di Balthazar Klossowski de Rola (Parigi, 1908 – Rossinière, 2001), in arte Balthus, in due sedi espositive : La retrospettiva alle Scuderie del Quirinale e l’atelier a Villa Medici, fino al 31 gennaio.

Antonin Artaud (commediografo e autore de Il teatro della crudeltà) così descrive l’arte del pittore, controversa ed enigmatica, che ha suscitato non poche reazioni moraliste: ” La pittura di Balthus è una rivoluzione incontestabilmente rivolta contro il surrealismo, ma anche contro l’accademismo in tutte le sue forme… la pittura rivoluzionaria di Balthus riscopre una sorta di misteriosa tradizione”. La tradizione è quella figurativa, in controtendenza rispetto alle avanguardie del secondo Novecento, una rappresentazione della realtà straniante, scene che sembrano sogni, apparizioni post-metafisiche, personaggi quasi teatrali, di cui lo stesso Balthus svela il mistero: “Un pittore può essere un realista dell’irreale e un figurativo dell’invisibile”.

Scuderie del Quirinale – foto Antonella Cecconi

Balthus e il fratello di Pierre Klossowski (pittore e scrittore), discendenti di una nobile famiglia di origini polacco-prussiane, crescono in un ambiente artistico e letterario, i genitori pittori, il padre storico dell’arte e la madre, animatrice di salotti intellettuali, è stata per alcuni anni la compagna di Rainer Maria Rilke (scrittore e poeta), divenuto precettore dei due fratelli. Si formano a Parigi e annoverano tra le loro amicizie scrittori come Jean Cocteau, Antoine de Saint-Exupery, André Breton, Antonin Artaud, Albert Camus e artisti come André Derain, Pablo Picasso, Salvador Dalì, Alberto Giacometti, Henri Matisse e Pierre Bonnard.
Durante la seconda Guerra Mondiale Balthus si stabilisce in Svizzera dove condivide  con Giacometti una profonda amicizia e un attaccamento alla figurazione. Le sue scene d’interni evocano ambienti familiari ma restano spazi stranianti.

Grand paysage à l’arbre (Cour de ferme à Chassy) [Grande paesaggio con l’albero (aia a Chassy)] 1960 oil on canvas / huile sur toile / olio su tela 130,5×162 cm Dono di André e Henriette Gomès, 1985, inv. AM 1985-515 Paris, Centre Pompidou Musée national d’Art moderne – Centre de création industrielle painting / œuvre / opera © Balthus
© Photo RMN/Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN-Grand Palais

Dal 1953 si trasferisce nel castello di Chassy, fattoria fortificata del XVII secolo, dove esegue dei paesaggi geometrici che ricordano quelli di Cézanne.

La moglie – foto di Antonella Cecconi

Balthus, conte de Rola, è stato, dal 1961 al 1977, il mondano direttore dell’Accademia di Francia a Roma, Villa Medici, considerata una propria residenza privata che ha restaurato secondo il suo gusto personale.
Un artista aristocratico (proprietario del castello medievale di Montecalvello nel comune di Viterbo), intellettuale, raffinato dandy, odiava essere fotografato, si definiva “feudale” e allo stesso tempo frequentava l’ambiente mondano della dolce vita, Fellini, Guttuso e Umberto Tirelli (sarto teatrale).
Il percorso della mostra è cronologico, dialoga con le illustrazioni e le foto di Lewis Carroll, le opere di Derain e quelle di Giacometti, ed è scandito in undici sezioni.

La Rue [La strada] 1933 oil on canvas / huile sur toile / olio su tela 195×240 cm
James Thrall Soby Bequest, inv. 1200.1979 New York, The Museum of Modern Art painting / œuvre / opera © Balthus © MONDADORI PORTFOLIO/AKG Images

La Rue (La strada) del 1933 è la sua prima grande composizione, i personaggi sembrano, come li definisce Artaud, “automi da sogno”. Alle spalle di giochi infantili c’è, in agguato, l’eros dell’adolescenza. Uno dei temi ricorrenti delle sue opere è l’ambiguità della transizione dall’età dell’innocenza all’età adulta, come ne La Chambre (1952-54) che il fratello Pierre così commenta: “La luce del giorno illumina la vittima offerta e riversa su una poltrona; è l’orgasmo che segue una violenza? O forse non è accaduto niente. Il dipinto sembra situarsi in un punto limite dove il ‘non è successo niente’ e l’irrevocabile sono in equilibrio”.
La fascinazione erotica è congelata dall’artista nell’adolescenza: “Non potrei mai dipingere una donna matura. La bellezza dell’adolescenza è più interessate, incarna l’avvenire, l’essere prima che si trasformi nella bellezza perfetta. Una donna ha già trovato il suo posto nel mondo, un’adolescente, no. Il corpo di una donna è già completo. Il mistero è scomparso.”

La Chambre 1952-1954 – oil on canvas / huile sur toile / olio su tela 270,5 x 335 cm private collection / collection particulière / collezione privata painting / œuvre / opera © Balthus © MONDADORI PORTFOLIO/Bridgeman Images/Collezione privata

La sezione l’atelier a Villa Medici si rivela particolarmente interessante per i dipinti di soggetto giapponese, i disegni, gli scatti con la Polaroid dell’artista e la possibilità di visitare gli ambienti su cui Balthus è intervenuto, inclusi gli arredi, per ritrovarne il carattere cinquecentesco dell’edificio. La visita della loggia, dell’appartamento del Cardinale (composto da tre stanze decorate con temi mitologici da Jacopo Zucchi) e della Sala turca, da cui si gode un panorama a volo d’uccello sulla città, sono un’occasione imperdibile.

Villa Medici, scala a chiocciola – foto Antonella Cecconi

La sala neo-moresca, aperta al pubblico per la prima volta, costituisce, con le sue maioliche alle pareti, l’ambientazione del dipinto esposto pochi metri sotto: La chambre turque (1963-66) del Centre Pompidou (foto d’apertura). La modella è la giovane allieva giapponese Setsuko Ideta conosciuta a Kyoto nel 1962,  divenuta nel 1964 la seconda moglie del pittore (di 35 anni più grande) e con cui si ritirò nel 1977 in un enorme chalet (ex albergo del 1754) tra le montagne svizzere a Rossinière.
La sua attenzione quasi feticistica agli oggetti è influenzata dall’immaginario di Lewis Carroll (pastore anglicano e matematico) autore di Alice nel paese delle meraviglie. L’artista esorcizza la malinconia e l’angoscia esistenziale attraverso la loro personificazione, controlla i mostri dell’anima rappresentandoli nei suoi dipinti come gatti inquietanti.

Le Chat de la Méditerranée [Le Chat de la Méditerranée] 1949oil on canvas / huile sur toile / olio su tela 127×185 cm private collection / collection particulière / collezione privata
painting / œuvre / opera © Balthus © MONDADORI PORTFOLIO/Bridgeman Images (collezione privata)

La mostra mette in luce anche il legame di Balthus con il fratello Pierre, studioso di Nietzsche e del Marchese De Sade, amico di Georges Bataille (filosofo, scrittore e cultore dell’erotismo) e studioso del mondo classico, tradusse in francese l’Eneide di Virgilio e le Vite dei dodici Cesari di Svetonio.

Il Parco di Villa Medici sorge sul Pincio, offre un panorama unico della capitale, ha una estensione di sette ettari e conserva, in parte, la configurazione che aveva nel XVI secolo. Fu ampliato e trasformato da Ferdinando de’ Medici per poi divenire, nel 1803 la sede dell’Accademia di Francia. (foto Antonella Cecconi)

Balthus annotava nelle sue Memorie: “La pittura fu immediatamente per me il mezzo, lo strumento, la via obbligata per tentare di portare alla luce l’ineffabile. Anche mio fratello Pierre conosce la strana alchimia alla quale la pittura permette talvolta di accedere, lui che cominciò a cercare di spiegarla a parole, decise infine di abbandonarle, un po’ alla maniera di Rimbaud, per scegliere l’esperienza del disegno e della pittura e dedicarvisi totalmente”. Così il pittore differenzia il suo candido erotismo da quello del fratello: “L’opera di Klossowski è un diamante nero, io cerco di dipingere invece sfolgorii di stelle, fremiti di ali, carni di adolescenti sfiorate dagli angeli”.
Di Pierre Klossowski, intellettuale enigmatico, ammiratore di Füssli come di Ingres, sospeso tra demonismo e moralismo, sono esposti in mostra il Ritratto di André Gide e il Ritratto di Georges Bataille, entrambi del 1955, un omaggio ai maestri.
Dal 17 febbraio (al 19 giugno 2016) la mostra avrà la sua sede al Kunstforum di Vienna.

Roma – fino al 31 gennaio 2016
B
ALTHUS a cura di Cécile Debray 
La retrospettiva SCUDERIE DEL QUIRINALE
Via XXIV Maggio 16
Orari: dalle 10 alle 20 da domenica a giovedì
dalle 10 alle 22.30 venerdì e sabato
ultimo ingresso un’ora prima dell’orario di chiusura
Biglietti: 12 euro intero; 9,50 euro ridotto
Info: Tel. 06 39967500 – www.scuderiequirinale.it

L’atelier Accademia di Francia a Roma – VILLA MEDICI
Viale Trinità dei Monti, 1
Orari: dalle 10 alle 19 da martedì a domenica
ultimo ingresso ore 18.30 – chiuso lunedì
Biglietti: 12 euro intero; 6 euro ridotto; valido per l’ingresso
alla mostra e la visita di Villa Medici.
L’ingresso alla Sala Turca è possibile attraverso le visite guidate della mostra (escluso il giovedì) alle 17 in francese e alle 17.30 in italiano.
Info: Tel. 06 67611 – www.villamedici.it

Chi si recherà in una delle due sedi espositive con il biglietto
della mostra Balthus emesso nell’altra sede beneficerà dell’ingresso ridotto

Catalogo Electa