74. Mostra del Cinema di Venezia. ‘Victoria & Abdul’ di Stephen Frears

Presentato ‘Fuori concorso’ alla Mostra del Cinema di Venezia, Victoria & Abdul di Stephen Frears, è in programma nelle sale cinematografiche il 26 ottobre.

Il film narra la relazione amichevole e platonica della regina Vittoria (Judi Dench), nei suoi ultimi 15 anni di vita, con il segretario indiano (musulmano) Abdul Karim (Ali Fazal). Il racconto è tratto dalla “storia vera” narrata nel diario segreto di Abdul sopravvissuto alla damnatio memoriae di tutto ciò che potesse far riferimento al rapporto inopportuno della regina con il suo amico, consigliere spirituale e maestro. Questo è quanto riportato nel romanzo, da cui è tratto il film, di Shrabani Basu, giornalista con la passione di scovare episodi inediti nella storia di India e Inghilterra.

Victoria Abdul 1 Focus_Features (Asac – la Biennale di Venezia)

Il film è una satira sugli e usi e costumi della corte inglese. I quali annoiavano persino la regina che, ormai vecchia e con diversi problemi di salute, preferiva la devota amicizia del giovane e maldestro segretario all’ipocrisia di corte e del proprio figlio, destinato a succedergli al trono. Una regina che non si era mai recata in India per motivi di sicurezza, perchè c’era una fatwa contro di lei, ma che amava far arrivare l’India da lei.

Victoria & Abdul 4 Focus Features (Asac – la Biennale di Venezia)

Il fascino esercitato dal prestante indiano sulla regina resta un mistero. Il suo servilismo è piuttosto sospetto. La sua presunta cultura è un bluff e forse sono le sue gaffes a divertire l’anziana regina, circondata da noiosi lacchè.
Abdul è musulmano, come la moglie che arriva alla corte inglese coperta dal niqab. Nonostante viene ricordato a Victoria che i musulmani hanno massacrato i soldati britannici in una rivolta (quanti gli indiani uccisi prima dell’indipendenza?) la regina lo nomina ‘munshi’, maestro.

Victoria Focus Features (Asac la Biennale di Venezia)

La nomina risulta ancora più indigesta all’ambiente di corte. Abdul insegna l’urdu alla sovrana e le recita qualche poesia. Ma l’interesse  di Victoria, regina e imperatrice britannica, ha più il sapore del fascino per l’esotico, tipico del colonizzatore nei confronti del colonizzato. Il suo segretario indiano ha il mero compito di distrarla dalla noiosa vita di corte e dalle sue abbuffate. 
Rappresentazioni occidentali dell’Oriente che Edward Saïd ha ben analizzato nel suo saggio (“Orientalismo“, 1978).

Victoria & Abdul_5 Focus Features (Asac – la Biennale di Venezia)

Senza assumere una posizione critica Stephen Frears, che ha toccato problemi scottanti con un ghigno amaro come in Philomena (sempre con Judi Dench), qui galleggia, con humour inglese un po’ melenso e trito,  tra una battuta e una scenetta colorita. Una commedia storico-aristocratica (produzione BBC Films) che riprende, come in  una telenovela, a distanza di tempo, la storia lasciata venti anni fa (interpretata sempre da Judi Dench in La mia regina) sull’amore della regina Vittoria (vedova) per John Brown, lo stalliere scozzese di suo marito. I punti di forza di Victoria & Abdul sono l’interpretazione impeccabile di Judi Dench e l’amico indiano di Abdul, Mohammed (Adeel Akhtar), per nulla contento del suo soggiorno in Inghilterra (“questi inglesi sono barbari”).
A Venezia Stephen Frears ha ricevuto il premio Jaeger-LeCoultre Glory Filmmaker 2017.

Sito Mostra del Cinema: https://www.labiennale.org/it/cinema/2017