“Il Barocco a Roma. La meraviglia delle arti” a Palazzo Cipolla

Il Barocco ha permeato e connotato Roma, ma ora la capitale ne è invasa per meravigliarci

Una miriade di eventi, itinerari esclusivi (Musei Vaticani), tour tematici (“Feste Barocche” a Palazzo Braschi, Complesso Sant’Ivo alla Sapienza e Galleria Doria Pamphilj), visite speciali (Palazzo Colonna), percorsi barocchi ai Musei Capitolini e a Palazzo Barberini, mostre di approfondimento (“Ritratto e Figura da Rubens a Giaquinto” a Palazzo Chigi ad Ariccia con opere mai esposte o studiate), aperture straordinarie (Oratorio dei Filippini e Palazzo di Propaganda Fide), giornate di studio, convegni, concerti e l’attesa rievocazione storica della Girandola di fuochi pirotecnici a Castel Sant’Angelo per la festa di San Pietro e Paolo.

Il Barocco a Roma, allestimento

Si tratta di una operazione culturale, mirabile e speriamo riproducibile, all’insegna di quella fusione delle arti tanto celebrata nel Seicento. Il centro di irradiazione di questi eventi “satellite” è la mostra in corso alla Fondazione Roma Museo – Palazzo Cipolla, a cura di Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli, ricca di quasi duecento opere d’arte (dipinti, sculture, disegni, medaglie, arredi, e strumenti musicali) provenienti da importanti Musei nazionali e stranieri, dislocate in quattro sezioni con un allestimento che evoca le architetture scenografiche borrominiane.

G.L. Bernini (attr.), Bozzetto per Beata Ludovica Albertoni, 1674, San Pietroburgo, Ermitage

L’esposizione è racchiusa in un arco temporale di circa ottanta anni, dal 1600 al 1680 (anno del decesso del maggiore artefice del barocco: Gian Lorenzo Bernini, architetto, scultore e pittore) interessando, così, i pontificati di Urbano VIII Barberini (1623-1644), Innocenzo X Pamphilj (1644-1655) e Alessandro VII Chigi (1655-1667), considerato l’ultimo papa-mecenate del Seicento.

Giovanni Lanfranco, Angeli musici 2, 1628-1630, Olio su tela, Roma, Chiesa di Santa Maria della Concezione. Patrimonio del Fondo Edifici di Culto, amministrato dal Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione – Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto

I fasti del barocco sono rintracciabili nella basilica di San Pietro: il Baldacchino, la Cattedra e il monumento funebre a Urbano VIII. Innocenzo X, si dedicò all’ampliamento del suo palazzo, trasformato in una reggia sede di feste memorabili, e alla trasformazione di piazza Navona con la fontana dei Quattro Fiumi.

Guido Reni, Atalanta e Ippomene, 1615-18 ca., Olio su tela, Napoli, Museo di Capodimonte
Per gentile concessione della Fototeca della Soprintendenza Speciale Per il
P.S.A.E. e per il Polo Museale della Città di Napoli

Nella prima sezione della mostra, ‘Le radici del barocco’, si è immediatamente travolti dalla bellezza dei capolavori dei pittori bolognesi che hanno soggiornato a Roma: Annibale Carracci (“Santa Caterina” della Chiesa dei Funari, 1599), Guercino, Domenichino, Giovanni Lanfranco e Guido Reni (“Atalanta e Ippomene”, del Museo di Capodimonte, 1615-1618 ca).

Guercino, Santa Maria Maddalena Penitente, 1622, Città del Vaticano, Musei Vaticani

La seconda sezione, ‘L’estetica barocca sotto Urbano VIII’, è dedicata al mecenatismo del pontefice che affidò la sua celebrazione agli artisti più famosi del tempo: Bernini, Borromini, Pietro da Cortona e tra gli stranieri, Antoon van Dyck, Nicolas Poussin e Simon Vouet. In mostra il “Ritratto di Costanza Bonarelli” (Museo Nazionale del Bargello, 1636-1637 ca) di Gian Lorenzo Bernini, che sembra aver colto la sua amante appena alzata dal letto, con i capelli scarmigliati, la camicia da notte aperta sul petto e le labbra socchiuse.

Gian Lorenzo Bernini, Ritratto di Costanza Bonarelli, 1636-37 ca., Marmo di Carrara Firenze, Museo Nazionale del Bargello Ex S.S.P.S.A.E e per il Polo Museale della città di Firenze – Gabinetto Fotografico.

Costanza, moglie di un collaboratore del Bernini, divenne anche l’amante del fratello più piccolo di quest’ultimo, Luigi, fatto che causò l’ira di Gian Lorenzo, l’allontanamento di Luigi e l’intervento del pontefice che difese l’artista poiché era «Huomo raro, Ingegno sublime, e nato per Disposizione Divina, e per gloria di Roma a portar luce a quel Secolo».

Arpa Barberini, ante 1634, Roma, Museo Nazionale degli Strumenti Musicali

L’Arpa Barberini (ante 1634) è uno straordinario strumento musicale a pizzico composta da: colonna in legno scolpita e dorata; mensola-cordiera dorata completa di tre file di corde e cassa armonica a quattro fori o rosette.

Giovanni Lanfranco, Angeli e musici 1, Roma, Chiesa dei Cappuccini

Mirabili i due preziosi dipinti inediti di Giovanni Lanfranco: Angeli musici 1 e Angeli e musici 2 (Chiesa di Santa Maria della Concezione, 1628-1639). Scampati all’incendio ottocentesco della Chiesa dei Cappuccini e restaurati grazie all’intervento della Fondazione Roma-Arte-Musei, ritorneranno, al termine della mostra, nella chiesa di via Veneto.

Pietro da Cortona, Trionfo di Bacco,1630, Roma, Musei Capitolini

La terza sezione, ‘Teatralità e scenografia nell’arte di metà secolo’, ospita dipinti, bozzetti e medaglie che testimoniano la trasformazione urbanistica-architettonica della capitale. Come gli studi per la realizzazione del Tridente di piazza del Popolo e delle opere del Bernini (Fontana dei Fiumi, colonnato di piazza San Pietro e ponte Sant’Angelo).

Gobelin da N. Poussin, Mosè fanciullo calpesta la corona del faraone, 1680-85, Parigi

Nell’ultima sezione, ‘Il paesaggio e il grande spettacolo della natura’, la presenza dell’uomo passa in secondo piano rispetto agli scenari naturalistici, come nei dipinti di Claude Lorrain, Nicolas Poussin, Gaspard Dughet e Salvator Rosa. Tra gli arredi, suppellettili, orologi e strumenti secenteschi, desta meraviglia la famosa Arpa Barberini (Roma, Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, ante 1634). Un ricco calendario di attività didattiche, per i bambini e ragazzi, e conferenze offre un prezioso contribuito per l’approfondimento dei temi in mostra.

Locandina della mostra

INFORMAZIONI

Sede: Palazzo Cipolla, Fondazione Roma Museo
Via del Corso, 320 00186 – Roma
Orari: Lunedì ore 15.00 > 20.00
Dal martedì al giovedì e domenica ore 10.00 > 20.00
Venerdì e sabato ore 10.00 > 21.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.
Biglietti: intero € 12,00 ridotto € 10,00
Informazioni e prenotazioni
T. 06 22761260 (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18,00; sabato dalle
9.00 alle 12.00. Chiuso domenica e festivi).