Chianti Classico Collection, 587 sfumature di rosso

A Firenze alla Stazione Leopolda il Chianti Classico (sangiovese minimo 80%) festeggia i suoi 300 anni con protagonisti, logo creato per l’occasione e grandi numeri – 15 e 16 febbraio.

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Nel 1716 fu il granduca Cosimo III de’ Medici a definire, con un bando, i confini dei terreni destinati alla produzione di vino di qualità, il Chianti Classico. Il problema della contraffazione delle etichette era esploso alla fine della Guerra di Successione spagnola (1702 – 1714) durante la quale la Toscana era rimasta neutrale. La politica granducale tentò, così, di rilanciare i vini toscani minacciati commercialmente da prodotti spagnoli, tedeschi e francesi.
Molte iniziative sono in programma per il ‘Trecentesimo’, culmineranno il 24 settembre, data della firma del bando, con i festeggiamenti nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio all’ombra del Gallo Nero del Vasari e un concerto al Nuovo Teatro dell’Opera. Interessante la contaminazione con la moda: “Galli Neri in Tornabuoni” con bottiglie da collezione esposte nelle vetrine più griffate e degustazioni all’interno delle boutique.

Il Gallo nero

Quest’anno alla Stazione Leopolda, per il Chianti Classico Collection, sfilano 165 aziende per 587 etichette per un totale di 7000 bottiglie, con 70 Chianti Classico Gran Selezione e 47 anteprime da botte dell’annata 2015 in degustazione. Un’occasione per apprezzare le ultime annate del Gallo Nero.
Lunedì Sebastiano Barisoni (giornalista e conduttore radiofonico) ha introdotto il dibattito evidenziando come il giro di affari nell’export dei prodotti italiani  è la metà di quello dei falsi prodotti agroalimentari italiani (60 miliardi). Nel 2014 per ogni Chianti originale ce ne sono stati due falsi.
Sul palco erano presenti i protagonisti della storia del Chianti Classico e del suo Consorzio. Sergio Zingarelli (presidente del Consorzio Vino Chianti Classico)  ha raccontato: “Cosimo III istituì anche le Congregazioni di Vigilanza sulla produzione dei vini. Strutture che hanno segnato il primo solco per la definizione degli attuali Consorzi: dovevano infatti controllare il rispetto delle norme di produzione richieste dalla denominazione” e ha dichiarato come negli ultimi anni il Chianti ha avuto una espansione: “70.000 ettari in un paesaggio splendido e nel 2015 è tornata a crescere la richiesta e il consumo di Chianti Classico, con un segno positivo dell’8%”. A proposito della nascita della Gran Selezione (produzione da una singola vigna o dalla selezione delle migliori uve aziendali, invecchiamento minimo 30 mesi) ha evidenziato come: “L’immagine aveva avuto qualche problema ma la qualità è cresciuta nel tempo. La Gran Selezione è nata dall’esigenza di valorizzare le eccellenze del Chianti Classico (n.d.r. in aggiunta alle altre due tipologie: Annata e Riserva, con invecchiamento 24 mesi) e oggi rappresenta il 4%  delle vendite dei vini Gallo Nero. Questo ha dato visibilità al Consorzio. A distanza di due anni, oggi sono oltre 100 le aziende che producono Chianti Gran Selezione”.

Stazione Leopolda, installazione formata da 300 bottiglie, progetto di Alessandro Moradei

Giuseppe Liberatore (direttore generale del Consorzio dal 1992) ha evidenziato come: “Questo è il Consorzio più antico d’Italia (nato nel 1924), oggi vi aderisce il 97% delle aziende. Tutte le decisioni vengono condivise. Le denominazioni in Italia sono oltre 450 e l’istituzione è fondamentale per la tutela, vigilanza e valorizzazione. Purtroppo quello del Chianti è tra i marchi più abusati”.
Piero Antinori, titolare del grande marchio, ha ribadito come la sua famiglia sia nata nel Chianti Classico: “È una zona che ha un potenziale straordinario. Il consumatore apprezza anche le bellezze paesaggistiche. Gli agricoltori toscani hanno sempre avuto anche un gusto estetico. C’è una componente architettonica antica ma anche contemporanea importante e il turismo del vino si sta espandendo. In qualsiasi attività nel nostro settore non si va avanti se non ci si unisce. Da soli è difficile ottenere qualcosa”.
Sebastiano Barisoni ha rilevato come già sia difficile far comprendere all’estero la differenza tra DOC e DOCG…
Il barone Ricasoli (membro del consiglio di amministrazione) ha evidenziato l’esigenza di migliorare la comunicazione: “Oggi siamo smarcati dall’immagine del fiasco di qualità media, oggi il sangiovese prodotto nel Chianti è diverso, ci sono delle eccellenze e bisogna comunicare queste eccellenze. Siamo in questo momento sottovalutati e il dovere del Consorzio è quello di comunicare meglio”.

I vini in degustazione

Il Chianti Classico è destinato per l’80% al l’export ma è in lieve crescita anche sul mercato interno (+2%).
La manifestazione ha presentato l’anteprima delle annate 2014 e della Riserva 2013, oltre ai prodotti certificati Gran Selezione. La vendemmia 2015, ritenuta eccellente per l’andamento climatico, ha raggiunto i 292.000 ettolitri (leggermente superiore alla media degli anni passati).
In degustazione (sono stati testati solo una parte) abbiamo apprezzato il Chianti Classico DOCG 2014Ama (96% sangiovese 4% merlot – 90.000 bottiglie) equilibrato, elegante e sapido; Volpaia (90% sangiovese 10% merlot – 120.000 bottiglie) fresco, pulito, tannini equilibrati, in progressione; Terre di Prenzano (Vignamaggio, 100% sangiovese – 50.000 bottiglie) aromatico e progressione gustativa; Nozzole (100% sangiovese – 240.000 bottiglie) bel colore rubino, fresco, pulito, persistente, buona acidità.
L’azienda Ormanni ha presentato 3 ottimi vini: Chianti Classico DOCG Ormanni 2012 (95% sangiovese 5% canaiolo – 60.000 bottiglie) morbido all’inizio, progressione gustativa, elegante; Chianti Classico DOCG Riserva Borro del Diavolo 2012 (100% sangiovese – 10.000 bottiglie) fresco, pulito, equilibrato; Chianti Classico DOCG Gran Selezione Etichetta Storica 2011 (100% sangiovese – 3.000 bottiglie) sentore di vaniglia, asciutto, tannino croccante, sapido. Come Chianti Classico DOCG Riserva degno di nota: Setriolo 2011 (80% sangiovese 20% merlot – 3.000 bottiglie) ciliegie, more, vaniglia, profumi persistenti, vellutato, elegante, buon equilibrio, sapido e piccante nel finale.
Tra le Gran Selezioni abbiamo apprezzato: Sergio Zingarelli 2012 (Rocca delle Macìe 90% sangiovese 10% colorino – 5.000 bottiglie) rubino intenso, fresco, pepe, legno, avvolgente, persistente e bilanciato; La Forra 2012 (Tenuta di Nozzole 95% sangiovese 5% cabernet sauvignon – 40.000 bottiglie) buona acidità, corposo ma equilibrato,
Partner della manifestazione alcune aziende aggregate all’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche che hanno offerto in degustazione i migliori prodotti DOP italiani

Foto e video Marco De Felicis