Jaisalmer, la città d’oro e dintorni.

3. Rajasthan. Bada Bagh, Tilon-ki-Pal, Gadi Sagar Lake, Jaisalmer e le dune del deserto.

INDICE: Bada Bagh – Tilon-ki-Pal e Gadi Sagar Lake –Jaisalmer: il Forte, i Templi giainisti,Patwa ki haveli e Nathmal ki haveli – Khuri, le dune

Bada Bagh

A Bada Bagh o Bara Bagh (“grande giardino” in Hindi) – un’oasi fertile situata su una collina a circa sei chilometri a nord di Jaisalmer – si trovano alcuni cenotafi (chhattri) reali costruiti dai maharaja nel XVII, XIX e inizio del XX secolo d.C. I chhattri sono una delle tipologie architettoniche dei rajput: padiglioni aperti, costruiti sul luogo della cremazione di un re o di un membro della sua famiglia. Il rito della cremazione non ha favorito lo sviluppo di un’architettura funeraria. Ma l’aspirazione a perpetuare il ricordo di defunti importanti ha dato origine alla costruzione di monumenti commemorativi o cenotafi. Una delle tipologie più interessanti è proprio quella rajput, ovvero quella dei chhattri (o deval). Si tratta di padiglioni aperti costruiti sul luogo della cremazione di un re o personaggio altolocato.

Bara Bagh, cenotafi

Nel XVII secolo questi si conformano al gusto dell’architettura indo-islamica: copertura a cupola a bulbo, colonne scanalate e archi. I cenotafi (chhattri) dell’area funeraria di Bada Bagh sono scolpiti in blocchi di arenaria. Sono stati costruiti in almeno quattro diverse dimensioni sulla base della posizione dell’intestatario: i re al potere, le loro regine, i loro principi e altri membri della famiglia reale. Ogni cenotafio ha una lastra di marmo con iscrizioni sul defunto e un’immagine simbolica di un uomo a cavallo.

Bara Bagh, cenotafio

Jai Singh II (1688–1743), discendente di Maharawal Jaisal Singh fondatore dello Stato di Jaisalmer, commissionò una diga per creare un serbatoio d’acqua durante il suo regno (inizio del XVIII secolo). Questo rese fertile il deserto in quest’area. Dopo la morte di Jai Singh II (1743) suo figlio Lunkaran costruì un bellissimo giardino in riva al lago e un cenotafio (chhatri) commemorativo su una collina che domina il lago. In seguito altri cenotafi si aggiunsero. Una iscrizione sul cenotafio del maharaja Jeth Singh racconta che alla sua morte la regina e dieci concubine praticarono la sati (suicidio sulla pira del marito defunto). Passeggiare in questo luogo un po’ spettrale tra architetture che sembrano sorte dal nulla come apparizioni è suggestivo, soprattutto al tramonto.

Tilon-ki-Pal e Gadi Sagar Lake

Tilon-ki-Pal

Una porta monumentale, Tilon-ki-Pal, segna l’ingresso al Lago Gadi Sagar (che significa “lago come mare”). Qui la famiglia reale veniva per assistere ai monsoni. La leggenda racconta che Tilon, la concubina preferita del re, volle costruire qualcosa di monumentale per essere ricordata. Il re, inconsapevole delle sue reali intenzioni, immaginò che la porta fosse un dono per lui. Quando Tilon mise il suo nome sulla porta il re si infuriò. I ministri sottolinearono che varcare quella porta sarebbe stato come passare tra le gambe della concubina e la dignità del re ne sarebbe stata offesa. Pertanto consigliarono al re di demolirla. Tilon, che aveva previsto tale esito, mise sulla porta una statua di Vishnu, coaì la residenza di un dio non sarebbe mai stata distrutta. Ma le famiglie reali non varcarono comunque la porta e ne fu fatta costruire una più piccola sulla destra.

Gadi Sagar è un bacino artificiale (a sud della cinta muraria) – voluto dal maharaja Gadsi Singh (1367) – che per molto tempo è stato l’unica risorsa idrica di Jaisalmer. Nei suoi pressi vi era anche un caravanserraglio per parcheggiare i cammelli fuori le mura. Nei suoi dintorni si trova un tempio dedicato a Shiva e un cenotafio. Oggi il lago è pieno di voraci e inquietanti pesci gatto. Passeggiare in questo luogo surreale e struggente è romantico e ha il gusto nostalgicamente dolciastro d’altri tempi. Non ultimo introduce all’atmosfera carovaniera della città d’oro.

Jaisalmer

Jaisalmer Fort

La regina del deserto Jaisalmer, dall’architettura straordinaria, ha un fascino unico. Si trova al vertice della regione del Marwar, nel deserto di Thar, appare come un miraggio, una visione, con il suo forte arroccato su un’altura di appena 80 metri. In nessun’altra città si respira e vive il deserto come qui. Le sue costruzioni sembrano realizzate con la stessa sabbia del deserto. Sono fatte in arenaria gialla, per questo viene chiamata la “città d’oro”. Deve il suo nome a Jaisal, re rajput del clan dei Bhatti, che la fondò nel 1156. Quando fu cinta d’assedio capitolando, un paio di volte nel XIV secolo, le mogli e i figli dei Rajput s’immolarono, secondo il tragico suicidio rituale di massa (johar). Nel XVII secolo inizia il suo periodo aureo quale importante centro carovaniero per lo scambio di merci sulle piste per l’Afghanistan e la Persia.

Sotto le mura di Jaisalmer

Fu così che i ricchi mercanti iniziarono a costruire i loro splendidi palazzi in legno e arenaria gialla (haveli). Nel XIX secolo la città non regge alla concorrenza di porti come Mumbai e inizia il suo declino. Però ancora oggi rimane una località strategica per la sua vicinanza con il confine pachistano. Tuttora la sua economia si basa sulla pastorizia e il commercio dei cammelli. Gran parte dei mezzi di trasporto non vi hanno accesso e per questo aggirarsi a piedi tra le sue stradine è un viaggio indietro nel tempo, un autentico piacere. Visitarla significa entrare nel forte, nella città vecchia che a ogni ora del giorno cambia colore, dal fascino notturno argenteo della luce lunare alla luce dorata dell’alba fino al rosso fuoco del tramonto.

Il Forte

Ingresso principale al Forte

Nel 2013 il Forte è stato inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’UNESCO. Speriamo che questo serva a preservare questo monumento che è tra i più a rischio. La pressione fognaria, dodici volte maggiore al carico previsto in origine, compromette la sua solidità. Il Forte non riesce a sostenere la pressione del turismo, sono già crollati, dal 1993, tre bastioni del XIII secolo. I viaggiatori possono dare il loro contributo preferendo un soggiorno fuori le mura. Le mura e i bastioni del forte si snodano per cinque chilometri. Una struttura imponente che, all’esterno da ogni punto di vista, incute soggezione.

Jaisalmer, loggia

Le mura sono alte nove metri e i blocchi di arenaria sono “a secco”, fissati a incastro senza uso di malta. Il Forte è circondato da ben 99 bastioni, la maggior parte aggiunti nel XVI secolo. Si tratta di una cittadella fortificata, tra le più grandi e meglio conservate del mondo. Denominata Sonar Quila (La Fortezza Dorata) per il colore giallo dell’arenaria che la rende quasi mimetica nel deserto, per questo appare come un miraggio. Al suo interno, abitato, si trovano: il palazzo reale, templi giainisti e indù e diverse haveli. Passeggiare sui bastioni del forte e godere la vista del deserto circostante è una esperienza fantastica. Varcati massicci portali e la porta dei venti (Hava Pol) si raggiunge un ampio piazzale (Main Chowk), dove veniva praticato il johar.

Chandraprabhu

Il piazzale è dominato dal palazzo del Maharawal, in realtà un insieme di edifici collegati di epoche diverse. Interessante il Rang Mahal (Palazzo dei colori, XVIII sec.) con pareti riccamente affrescate e specchi più una galleria di piccole sculture del XV secolo e una vista dal tetto a 360°. Da notare come i vani delle porte siano bassi per costringere chi entrava a inchinarsi se al cospetto del maharaja. La Sarvottam Nivas (dimora eccelsa) è decorata con mosaici in vetro e ceramiche cinesi blu e bianche.

i Templi giainisti

I templi giainisti sono tra i monumenti più preziosi che si possono ammirare in India. Per entrare è bene ricordare, per rispetto dei loro precetti religiosi, di non introdurre nel tempio qualsiasi oggetto in pelle comprese le scarpe (perchè di orgine animale) ed è interdetto l’ingresso alle donne mestruate. All’interno del Forte ci sono ben sette templi giaina (XII – XV sec.), in arenaria gialla e marmo, collegati tra loro da scale e corridoi semibui. La raffinata decorazione è strabiliante.

Una via di Jaisalmer

Il primo tempio, Chandraprabhu, dedicato all’ottavo tirthankara presenta all’ingresso un bellissimo torana (portale tipico nell’architettura induista e buddhista). All’interno vi sono molte statue di tirthankara, motivo per il quale è meta di molti pellegrini. La mandapa (sala esterna pilastrata) presenta pilastri riccamente scolpiti. Anche i blocchi di arenaria delle mura del tempio sono tenute insieme senza malta ma con chiodi a “U”.

Jaisalmer, balcone

Nella galleria superiore, che consente la vista dell’alto della sala sottostante, sono esposte circa 180 sculture di Parasnath (XXII tirthankara). Le sensuali sculture femminili presenti nel tempio sono un riferimento al piacere, al desiderio carnale (Kama).

Jaisalmer, scorcio

Le Apsaras (spiriti femminili di nubi e acque, danzatrici celesti) si trovano scolpite su molti pilastri, come nell’adiacente tempio di Sambhavnath.

Patwon ki Haveli

In una piccola sala sotterranea si trova una affascinante biblioteca, Gyan Bhandar, con preziosi manoscritti antichi, carte astrologiche e, sotto chiave, alcune raffigurazioni di Parasnath in avorio, intarsiate di pietre preziose .

Patwa-ki-haveli e Nathmal ki haveli

Patwon ki Haveli, particolare

La Patwon ki Haveli, in realtà un insieme di cinque piccole haveli con ingresso indipendente (una per ogni figlio della famiglia Patwa), risale ai primi anni del XIX secolo. I proprietari erano ricchi commercianti di stoffe e preziosi. La sua facciata sembra una visione, una filigrana di miele. Un tripudio di cornicioni scolpiti, balconi, finestre e imposte che sono ricami. Sembrano intarsiati nel legno e invece sono motivi decorativi scolpiti su pietra.

Jaisalmer

La visita dei suoi interni si rivela interessante poichè non ha subìto interventi di restauro invasivi. In tal modo possiamo apprezzare come erano originariamente gli ambienti di queste case, con i loro affreschi, nicchie e decorazioni. Nelle nicchie nei muri erano riposti oggetti e lanterne.

Jaisalmer, balcone

Strette scalinate conducono nelle varie stanze dalle porte elegantemente intarsiate.
L’edificio si sviluppa su cinque piani, dalla terrazza all’ultimo piano si ammira una fantastica vista sulla città.
Nella Nathmal ki haveli, costruita per un ministro del maharawal, tra i motivi delle decorazioni, oltre ai tradizionali elefanti e altri animali, compaiono soggetti di carattere europeo: il ritratto della regina Vittoria, carrozze, biciclette e locomotive.

Uomo con il tipico turbante

L’haveli di Salim Singh Mohta, primo ministro famoso per la sua crudeltà e aver ridotto alla fame la popolazione, presenta un tetto ad arcate sporgente oltre i piani sottostanti. Tra le molte decorazioni anche mensole a forma di pavone.
Suggerimento: potete passeggiare tranquillamente in autonomia a Jaisalmer oppure avere una guida. In quest’ultimo caso chiarite che non volete fare acquisti. Con una guida rischiate di trasformare la visita alla città in una visita a negozi di stoffe, argenti o altro, amici della guida dove pagherete molto di più qualsiasi cosa perchè è prevista una lauta percentuale per chi vi accompagna. Ma soprattutto toglierete molto tempo alla visita della città.

Khuri, le dune

Khuri, le dune

Il villaggio di Khuri (sud-ovest di Jaisalmer), alle porte del Thar Desert National Park, è un buon punto di partenza per una escursione a dorso di cammello sulle dune. Soprattutto all’alba quando queste si tingono di incredibili sfumature di colore.

Video di Marco De Felicis

Informazioni

Dove dormire
Hotel Rang Mahal

Dove mangiare
The Trio Restaurant
Mandir Palace,Gandhi Chowk, near Bank Of Baroda,
Jaisalmer, Rajasthan 3
Telefono: +91 2992 252 733
Ristorante fuori le mura ma con terrazzo con vista su Jaisalmer. La cena è accompagnata con musica dal vivo

Cosa comprare
Hari Om
Sunset Point, Inside Jaisalmer Fort, Chougen Para,
Jaisalmer, Rajasthan 345001
Telefono: +91 94146 71025
Non è molto facile da trovare ma realizzano gioielli in argento unici. Vere e proprie filigrane, anche personalizzati, con divinità indù e motivi indiani.