Venezia. “Joseph Beuys. Finamente Articolato” alla Galleria di Palazzo Cini

 

Una mostra dedicata a uno dei più importanti artisti del XX secolo: Joseph Beuys, lo sciamano dell’arte

In occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte, e dopo un anno dalle celebrazioni per il centenario della nascita di Joseph Beuys (Krefeld, 1921 – Düsseldorf,1986), l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini presenta una mostra curata dal suo direttore Luca Massimo Barbero e resa possibile grazie alla collaborazione con la galleria Thaddaeus Ropac. La mostra presenta un’immagine dell’artista tedesco diversa da quella più nota, legata alle sue celebri ‘azioni politiche e concettuali’ e alle performances ‘sciamaniche’.

Joseph Beuys, Supporto per la schiena di essere umano finemente articolato (tipo lepre) del XX secolo d.C., 1972-1982, supporto in ferro
Joseph Beuys, Supporto per la schiena di essere umano finemente articolato (tipo lepre) del XX secolo d.C., 1972-1982, supporto in ferro

Attraverso circa quaranta opere, realizzate tra gli anni Quaranta e Cinquanta, si ripercorrono gli esordi dell’esperienza creativa di Beuys incentrata su due temi chiave: la figura umana e quella animale. L’avvio è polarizzato sulla suggestiva opera che dà il titolo alla mostra, Supporto per la schiena di essere umano finemente articolato (tipo lepre) del XX secolo d.C. In questa opera Beuys fonde in un’unica creatura, magica e immaginifca, il corpo, la protesi, l’uomo e l’animale. Da un’originale forma in gesso, che serviva come schienale terapeutico per sostenere un corpo ferito, l’opera è stata fusa in ferro. La tonalità terrosa del ferro evoca la pelle di un animale mentre la sua forma ricorda quella di una lepre.

Cerva con vitello, 1948, bronzo
Cerva con vitello, 1948, bronzo

I disegni, soprattutto quelli degli anni Cinquanta, riconducono alla fonte dell’invenzione beuysiana. Fantasie metamorfiche umano-vegetali ed evocazioni di un mondo mitico dell’animalità edenica che richiamano una convivenza pacifica tra uomo e animale. I fogli, selezionati per la mostra, rivelano la grande qualità della grafica dell’artista e il suo interesse per le forme ancestrali delle culture arcaiche. Beuys trasferisce il segno delle pitture rupestri nell’arte contemporanea.

Joseph Beuys è stato un artista geniale e poliedrico, tra i più influenti e significativi della seconda metà del XX secolo. Ha attraversato i problemi e i temi più urgenti del mondo contemporaneo. La sua arte rimane strettamente intrecciata con l’impegno politico e civile. Di cultura antroposofica steineriana si distingue all’interno del movimento collettivista Fluxus per la sua militanza. Questa si estrinseca attraverso la partecipazione e il richiamo alla responsabilità del gesto artistico.

Joseph Beuys, Cervo, 1956, acquerello su carta
Joseph Beuys, Cervo, 1956, acquerello su carta

Alla metà degli anni Sessanta Beuys si esprime attraverso la performance (I Like America and America Likes Me del 1974 tra le più iconiche). Diventa uno dei più intensi protagonisti dell’arte concettuale. I suoi happenings e installazioni lo iconizzano quale artista-guaritore e mago. Beuys è stato tra i fondatori del partito dei Verdi in Germania. Ha anticipato tematiche oggi divenute di impellente attualità: l’equilibrio ecologico uomo-ambiente, la distruzione della natura, la relazione tra umanità e animalità, la manipolazione dell’informazione, la partecipazione democratica, il rapporto arte e vita entro il fagocitante sistema del mercato artistico, le guerre e la smaterializzazione della realtà del potere mediatico.

Joseph Beuys, Giovane cavallo, 1955-1986, calco in cera
Joseph Beuys, Giovane cavallo, 1955-1986, calco in cera

Joseph Beuys è stato tra i pochi capaci di far coincidere arte e vita. Considerava l’arte la cura ai mali della società. Una forza positiva e curativa in grado di risvegliare la creatività individuale, attivare la consapevolezza politica e stimolare il cambiamento sociale.

«La mia idea è di dichiarare che l’arte è l’unica possibilità di evoluzione, l’unica possibilità di cambiare la situazione nel mondo. Ma poi è necessario allargare l’idea dell’arte per includere tutta la creatività. E se lo si fa, ne consegue logicamente che ogni essere vivente è un artista – un artista nel senso che può sviluppare le proprie capacità. E quindi è necessario inizialmente che la società si preoccupi del sistema educativo, che sia garantita l’uguaglianza di opportunità per l’autorealizzazione» (Joseph Beuys).

Joseph Beuys, Senza Titolo, 1955, recto: matita e acquerello su carta
Joseph Beuys, Senza Titolo, 1955, recto: matita e acquerello su carta

Per le sculture si avvaleva di elementi poveri, legati alle memorie del suo passato. Il calco in cera di Junges Pferdchen (Il giovane cavallo, 1955–86) è ispirato al Cavaliere polacco di Rembrandt (1655). L’opera, rimasta nel suo studio, fu modificata dall’artista tedesco nel corso degli anni. Probabilmente serviva per creare un calco di metallo, ma ciò non accadde. Così Beuys aprì lo stampo per creare una scultura.

Ci mancano le sue “azioni”, dal forte impatto ecologico, come 7000 querce. Davanti al Museo Federiciano pose un grande triangolo, composto da 7000 pietre di basalto. Ognuna delle quali “adottabile” da un acquirente. Il ricavato della vendita di ogni pietra è stato usato per piantare una quercia. L’operazione, terminata nel 1987 (un anno dopo la sua morte), deve ancora in realtà essere completata. Dal momento che serviranno circa trecento anni prima che le 7000 querce diventino il grande bosco immaginato dall’artista. Però Beuys è riuscito a trasformare un gesto ordinario (piantare un albero) in un rito collettivo che evoca i significati del rapporto fra l’uomo e la natura.

Botticelli e aiuti, Giudizio di Paride, 1445-1510
Botticelli e aiuti, Giudizio di Paride, 1445-1510

Finamente articolato, invece, è un percorso attraverso lavori di Beuys che mostrano un approccio intimo e poetico nella loro essenzialità. Cervi, nudi femminili, ma anche scheletri tratteggiati a matita che creano un’atmosfera primordiale. Fautore di un linguaggio semplice e spirituale, legato profondamente alla natura, alle radici della vita, l’artista tedesco propone una riconciliazione con la natura e un reale cambiamento. Beuys ha fondato movimenti culturali come l’Organizzazione per la Diretta Democrazia e la Free International University. Le sue opere sono state esposte a a Documenta di Kassel e alla Biennale di Venezia.

L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 2 ottobre 2022 tutti i giorni della settimana (escluso il martedì).
La Galleria, nella straordinaria casa-museo che custodisce i capolavori della collezione personale del mecenate Vittorio Cini, rimarrà aperta fino al 21 novembre 2022. Tra le preziose opere delle sue collezioni permanenti: il Giudizio di Paride di Botticelli e Aiuti, una Croce processionale di Giunta Pisano, San Giorgio di Cosmè Tura e San Girolamo di Ercole de’ Roberti.

Informazioni

Mostra Joseph Beuys. Finamente Articolato
Palazzo Cini a San Vio
Date: Fino al 2 ottobre 2022
Orari: 11 – 19, chiuso il martedì (ultimo ingresso ore 18.15)
Indirizzo: Campo San Vio, Dorsoduro 864 Venezia
Biglietteria: Intero: 10,00€ Ridotto: 8,00€