L’Isola dei Giganti 2022, conclusa in bellezza la prima edizione del Festival internazionale dell’archeologia

 

Sardegna. Benvenuto Festival internazionale dell’archeologia!

Sardegna. Dopo la bella notizia del ritrovamento di altri frammenti e torsi di due nuove statue, identificate come “pugilatori del tipo Cavalupo” per il grande scudo flessibile avvolto davanti al tronco – a seguito della campagna di scavi nel sito della necropoli nuragica di Mont’e Prama, avviata lo scorso 4 aprile dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna – si è conclusa la prima edizione de L’Isola dei Giganti – Festival internazionale di Archeologia. Sette appuntamenti in cinque diversi siti (dal 28 giugno al 3 luglio) con l’obiettivo di far conoscere lo straordinario patrimonio archeologico di Cabras e Barumini attraverso momenti di alto valore scientifico e artistico

Arch. Renata Rachele Chelo Fiamma descrive la Sala del Paesaggio
Arch. Renata Rachele Chelo Fiamma descrive la Sala del Paesaggio

L’evento, che ha visto la folta presenza di un pubblico interessato, è stato promosso dalla Fondazione Mont‘e Prama in collaborazione, tra gli altri, con il Ministero della Cultura, la Regione Autonoma della Sardegna, il Comune di Cabras, la Fondazione di Sardegna, la Fondazione Barumini Sistema Cultura e l’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo. La direzione scientifica della manifestazione è stata affidata all’archeologo Giorgio Murru e quella artistica al musicista Paolo Fresu.

Museo civico Giovanni Marongiu, esterno della Sala del Paesaggio di notte
Museo civico Giovanni Marongiu, esterno della Sala del Paesaggio di notte

Il format dell’evento, che si è svolto in più sedi, ha offerto momenti di confronto e approfondimento scientifico tra i massimi esperti nei campi dell’archeologia, dei beni culturali e museali in campo nazionale ed estero. Ma non sono mancati spazi dedicati all’intrattenimento, oltre alla consegna a Tharros, il 2 luglio, del Premio Mont‘e Prama a Piero Angela.

Museo civico Giovanni Marongiu, esterno della Sala del Paesaggio di notte, particolare
Museo civico Giovanni Marongiu, esterno della Sala del Paesaggio di notte, particolare

Il 28 giugno c’è stato un prefestival a Barumini a pochi passi da “Su Nuraxi”, sito archeologico patrimonio dell’Unesco. Una serata dedicata a Giovanni Lilliu, con letture di alcuni suoi brani per celebrare la sua figura e la storia della scoperta del grande castello nuragico. Il 29 giugno il festival ha continuato il suo programma a Mont’e Prama. L’area degli scavi è stata per la prima volta protagonista di un evento tra musica e archeologia dal titolo “Racconti di una scoperta straordinaria” con gli studiosi e gli archeologi che negli anni si sono occupati degli scavi. Il 30 giugno, nel giardino del Museo Civico di Cabras, l’interessante narrazione: “Il mare racconta: Il relitto di Malu Entu e il prezioso carico di lingotti di piombo”.

Arch. Renata Rachele Chelo Fiamma
Arch. Renata Rachele Chelo Fiamma

Grande attesa per conoscere – Il 1 luglio nel giardino del Museo di Cabras – “la nuova casa dei Giganti”. Il sindaco Andrea Abis, il presidente Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni, il direttore generale Musei per il Ministero della Cultura Massimo Osanna e i direttori dei musei più importanti della Sardegna hanno raccontato la genesi del progetto. Patricia Olivo, Segretario Regionale del MiC per la Sardegna, ha riepilogato le tappe più importanti. Dopo che il Ministro ha individuato i progetti di “rilevanza nazionale”, in questi è rientrato anche quello per la valorizzazione del Museo di Cabras attraverso il suo ampliamento. A tale progetto, partito nel 2014, sono stati destinati tre milioni di euro più uno assegnato dalla Regione Sardegna.

Il progetto dell'allestimento della Sala dei Giganti
Il progetto dell’allestimento della Sala dei Giganti

Il prof. Bruno Billeci (Soprintendente SABAP-SS) ha evidenziato come, grazie agli aratri dei contadini (un ritrovamento casuale), nel 1974 sia stato riportato alla luce un passato glorioso ancora da studiare. I beni culturali della Sardegna risultano inscindibilmente legati al paesaggio. Gli altri rappresentanti delle istituzioni hanno sottolineato come sia importante, tra i musei, un lavoro di cooperazione e sinergia e come il museo debba essere un luogo di incontro, inclusivo, dove la comunità ritrova la sua biografia. Ci sono ancora nel museo 40 casse di reperti di Mont’e Prama di cui occuparsi.

Lavori in corso per la nuova Sala dei Giganti al Museo civico Giovanni Marongiu
Lavori in corso per la nuova Sala dei Giganti al Museo civico Giovanni Marongiu

A parte qualche ripetizione un po’ retorica, il momento più emozionante è stato quello in cui gli architetti, responsabili della nuova casa dei Giganti – Walter Dejana e Renata Rachele Chelo Fiamma (dello studio Dejana Fiamma) – hanno presentato il loro progetto: Tra il silenzio e la luce. Il progetto che coniuga paesaggio, architettura, arte e archeologia, consta di due parti: la Sala del Paesaggio e la Casa dei Giganti. I due architetti presenti hanno illustrato, attraverso diapositive, le due strutture.

L'Isola dei Giganti 2022, Pierpaolo Vacca
L’Isola dei Giganti 2022, Pierpaolo Vacca

Per la nuova Casa dei Giganti, destinata a ospitare le sculture che attualmente si trovano nel museo di Cabras e in quello di Cagliari, gli architetti hanno progettato un parallelepipedo che segue in orizzontale il paesaggio e costituisce il naturale prolungamento del Museo. Una struttura fortemente ancorata al paesaggio dell’isola, ai suoi graniti, alle sue pietre in quanto le sue facciate sono un artistico gioco di luci e ombre, grazie a una tecnica artigianale recuperata. Il riferimento immediato è al sandcasting (un metodo per creare sculture in cemento da matrici di sabbia). Usato per le sue sculture da Costantino Nivola, autore della piazza dedicata al poeta Sebastiano Satta a Nuoro.

Tharros, area archeologica
Tharros, area archeologica

Soprattutto con la luce, sempre forte e colorata dell’isola, hanno giocato gli architetti scolpendo lievemente le superfici delle pareti esterne dove la luce radente, che muta colore secondo le diverse ore del giorno, scivola o viene catturata creando contrasti e sfumature di luce, ombre e colore. Un’operazione raffinata di recupero della tradizione, della storia, dell’arte e di una tecnica reinterpretata con creatività e gusto. Anche l’allestimento, parte integrante del progetto dei due architetti, per la Sala dei Giganti è particolarmente suggestivo.

L'Isola dei Giganti 2022, Paolo Fresu (direttore artistico del Festival), Anthony Muroni (presidente della Fondazione Mont'e Prama)
L’Isola dei Giganti 2022, Paolo Fresu (direttore artistico del Festival), Anthony Muroni (presidente della Fondazione Mont’e Prama)

Nel buio e nel silenzio della sala emergono nella luce, come dal passato, le sculture dei Giganti, in una dimensione lirica ed emozionale. Il percorso predisposto consente una loro visione d’insieme e di girare intorno a ogni scultura per coglierne ogni particolare (dettagli presenti anche sul retro). Apparati didattici, o multimediali, potrebbero essere posti in una anticamera oppure collocati sulle pareti laterali della sala (ed essere spenti quando non usati). Auspichiamo di non vedere i Giganti presentati in una fila o due come una squadra di calcio e tanto meno con la sola possibilità di visione frontale.

Sonos'e Memoria
Sonos’e Memoria

La Sala del Paesaggio è una tessitura luminosa (che ricorda i ricami sardi) e dorata delle vetrate che consentono la visione del paesaggio all’interno e all’esterno stendono una elegante trama luminosa che illumina la notte.
La serata si è conclusa all’insegna della tradizione con il concerto di Pierpaolo Vacca all’organetto e le improvvisazioni poetiche di Bruno Agus e Diego Porcu accompagnate dai Tenores di Santu Lussurgiu (Nicola Migheli, Nicola Spiga e Giuseppe Marras).

Antonello Salis, Carlo Cabiddu, Elena Ledda e Mauro Palmas
Antonello Salis, Carlo Cabiddu, Elena Ledda e Mauro Palmas

Il 3 luglio, nell’anfiteatro della stupenda area archeologica di Tharros, sono stati presentati, sotto un cielo stellato, gli esiti dei laboratori della scuola estiva in archeologia per il turismo. La serata è diventata magica grazie a un cine-concerto che ha 25 anni di vita: Sonos’e Memoria. Un identico ensemble di musicisti (tranne un membro del coro che è stato sostituito) lo ha fatto conoscere in giro per il mondo. Questi gli egregi protagonisti: Paolo Fresu (Tromba e flicorno), Furio di Castri (Contrabbasso), Elena Ledda (Voce), Luigi Lai (Launeddas), Mauro Palmas (Mandola), Antonello Salis (Fisarmonica), Federico Sanesi (Percussioni), Carlo Cabiddu (Violoncello), Su Concordiu ‘e su Rosariu di Santulussurgiu e il Coro Polifonico a 4 voci: Marcello Malìca, Roberto Iriu, Antonio Migheli, Mario Corona.

Furio di Castri, Luigi Lai e Paolo Fresu
Furio di Castri, Luigi Lai e Paolo Fresu

Sonos ‘e memoria – che ha debuttato nel 1995 – è stato ideato dal regista Gianfranco Cabiddu. Si tratta di un “live act” fra film e concerto, con le immagini in bianco e nero della Sardegna tra gli anni Venti e i Cinquanta, tratte da vecchi documentari archiviati dall’Istituto Luce e montate da Cabiddu, con musiche composte ad hoc da Paolo Fresu.

Sonos'e Memoria, gli applausi finali
Sonos’e Memoria, gli applausi finali

Le musiche sono un mix di frammenti della tradizione sarda e del moderno jazz. L’esecuzione dal vivo è di un particolarissimo gruppo di musicisti, diretti dal trombettista berchiddese e di origine prevalentemente sarda, provenienti da diverse estrazioni e ambiti musicali. In venticinque anni di repliche il cine-concerto è diventato un piccolo classico del genere. Presentato in prestigiose manifestazioni all’estero e in Italia, per esempio come “Evento speciale” nel 1995 al Festival Internazionale del Cinema di Venezia. Le immagini di una Sardegna d’antan – con i suoi costumi, il suo duro lavoro, i volti spontanei degli abitanti di un’isola forte e generosa – hanno commosso il pubblico. Il tutto sottolineato da una musica che è arrivava dritta al cuore.

L'Isola dei Giganti 2022, Sonos'e Memoria
L’Isola dei Giganti 2022, Sonos’e Memoria

La voce incantevole di Elena Ledda ha fatto da filo conduttore. Le launeddas di Luigi Lai (sul palco benchè rimasto vedovo da poco) hanno risuonato nel cielo, la fisarmonica di Antonello Salis ha fatto vibrare l’anima e il flicorno di Paolo Fresu ha catturato l’anima. Più che un evento (peraltro gratuito) è stato un susseguirsi di ondate di emozioni durate circa un’ora che lasciano qualcosa dentro e che ti connettono a un’isola meravigliosa. Ho assistito a diversi concerti di Paolo Fresu ma solo a Tharros, nella sua terra, l’ho visto suonare scalzo sul palco, perfettamente a suo agio a casa sua…
Arrivederci a L’Isola dei Giganti Festival internazionale dell’archeologia, al prossimo anno. Grande curiosità e attesa di poter presto ammirare tutti insieme i Giganti, ritornati a casa.

Informazioni

Il programma L’Isola dei Giganti 2022 Festival internazionale dell’archeologia