Margaret Bourke-White regina del fotogiornalismo, a Roma

 

La mostra “Prima, donna Margaret Bourke-White”, dopo il successo di Milano, ora al Museo di Roma in Trastevere

Palazzo Reale, ingresso mostre

Dopo Palazzo Reale (proroga fino al 29 agosto) la mostra, con una selezione inedita delle straordinarie foto scattate da Margaret Bourke-White (1904 – 1971), è ora ospitata al Museo di Roma in Trastevere. Una donna dalla lunga carriera che ha dato un importante contributo alla storia del fotogiornalismo. Davanti a ogni sua foto non si può rimanere indifferenti. Ogni scatto è un condensato di storia e davanti alla storia si accavallano emozioni che diventano tempesta. Senza ricorrere all’effetto del colore Margaret Bourke-White scolpisce con i suoi bianco e nero la nostra memoria, lasciandone ricordi indelebili. Davanti allo scorrere della storia non puoi non chiederti: “come abbiamo potuto fare tutto questo ad altri esseri umani come noi?”.

Margaret Bourke-White, Marshall, Arkansas, USA, 1936

Accanto alle fotografie, una serie di documenti e immagini personali, video e testi autobiografici, raccontano la personalità di un’importante fotografa, di una grande donna, la sua visione e la sua vita controcorrente. Il suo studio al sessantunesimo piano del Chrysler Building è una leggenda: in una vasca gironzolavano una coppia di alligatori.
Dopo aver viaggiato in Germania e Russia (realizza il ritratto di Stalin in esclusiva per Life) decide nel 1936, a causa della Depressione, di decarsi al lavoro di documentazione sociale. Nello stesso anno la prima copertina di Life è sua. Grazie a questa, che è la più importante rivista fotografica del tempo, diventa famosa.

Margaret Bourke-White, Gli alloggi degli operai della International Paper, USA, 1930

Pioniera dell’immagine come documento e informazione Margaret Bourke-White ha esplorato ogni aspetto della fotografia. Dalle prime foto scattate per il mondo dell’industria ai progetti corporate fino ai reportage per le testate più importanti come Fortune e Life.
Come lei stessa ha dichiarato circa il suo rapporto con Life: “Solo noi avevamo la capacità di cogliere dei particolari rivelatori di una determinata storia da raccontare, e solo noi potevamo fissarla su una pellicola impressionabile. Non esiste niente come sentire una nuova storia che nasce” (p. 56 del Catalogo della mostra).

Margaret Bourke-White, Una classe di bimbi che fanno il gioco della farfalla, Mosca, URSS, 1941

Nel 1942 le forze armate americane fanno disegnare per lei una uniforme da corrispondente di guerra. Al seguito dell’aviazione americana va in Inghilterra, in Nord Africa e poi con l’esercito in Italia (per cinque mesi sul fronte) e in Germania. Non tutto si salvò del suo lavoro: “Riuscimmo a scoprire che il materiale, nelle due diverse spedizioni, era arrivato sano e salvo al Pentagono e che dalla camera oscura all’ufficio censura, da un piano all’altro, uno era scomparso” (p. 88 del Catalogo della mostra).

Margaret Bourke-White, Campo di concentramento di Buchenwald, Germania, 1945

Nel mese di aprile del 1945, a seguito del generale Patton, entra, come prima fotografa, nel campo di concentramento di Buchenwald liberato, che ritrae in tutta la sua crudeltà. Nel 1952 pubblica il libro L’India a metà strada, quale testimone del passaggio del Paese dall’impero britannico alla libertà e della partition dell’India dal Pakistan. Dopo aver lottato a lungo contro il Parkinson muore nel 1971.

Margaret Bourke-White, Profughi diretti nel Punjab, dopo la separazione dell’India dal Pakistan, 1946

Le sue foto vanno dal secondo conflitto mondiale ai celebri ritratti di Stalin e Gandhi, dal Sudafrica dell’apartheid all’America dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano. Riguardo all’incontro con Gandhi Margaret scrive: “Ho avuto il privilegio di documentare i suoi due ultimi anni di vita… Ci misi due anni a comprendere la grandezza di Gandhi” (p. 114 del Catalogo della mostra). “Per un fotografo comprendere le persone e le situazioni è fondamentale quanto capire l’attrezzatura che usa”.

Margaret Bourke-White, Minatori d’oro, Johannesburg, Sud Africa, 1950

Margaret per fotografae Il Mahatma dovette imparare a filare. Solo così comprese che il charka “era la chiave della vittoria; il credo di Gandhi era basato sulla non violenza e l’arcolaio era l’arma perfetta”. “Se milioni d’indiani avessero deciso di fare tessuti da sé, invece di acquistarli già pronti dal potere coloniale inglese, il boicottaggio avrebbe avuto dure ripercussioni sull’industria tessile britannica”.
Nel 1950 Margaret è in Sudafrica, quando i minatori africani non avevano un nome ma erano identificati con un numero tatuato sul braccio, come nei lager. Arriverà ad odiare l’oro e i diamanti quali “simboli di uno sfruttamento inconcepibile”.

Margaret B-W, I bambini dietro il filo spinato della Moroka township, Soweto, Johannesburg, Sud Africa, 1950

In mostra è possibile ammirare oltre cento foto, provenienti dall’archivio Life di New York. Queste sono divise in 11 gruppi tematici: L’incanto delle acciaierie, Conca di Polvere, Life, Sguardi sulla Russia, Sul fronte dimenticato, Nei campi, L’India, Sud Africa, Voci del Sud bianco, In alto e a casa e La mia misteriosa malattia.

Esposte le mmagini che rappresentano il percorso esistenziale di Margaret Bourke-White e che rivelano la sua capacità visionaria e narrativa. Le sue sono “storie” fotografiche dense di significato, emozionanti e folgoranti.

Margaret B-W, DC-4 in volo su Manhattan, New York, 1939

La mostra ha fatto parte de “I talenti delle donne”, un palinsesto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano dedicato all’universo delle donne per far conoscere al grande pubblico quanto, nel passato e nel presente – spesso in condizioni non favorevoli – le donne siano state e siano artefici di espressività artistiche originali e, insieme, di istanze sociali e di innovazione. Di questo pregevole progetto hanno fatto parte altre due interessanti mostre a Palazzo Reale: Divine e Avanguardie. Le donne nell’arte russa e Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600.

Margaret Bourke-White osserva un’operazione simile a quella che affronterà a breve, New York, 1959 – Margaret Bourke-White finalmente riesce a ricaricare la pellicola nella sua fotocamera, Connecticut, USA, 1959

Queste mostre intendono rendere visibili i contributi che le donne nel corso del tempo hanno offerto e offrono in tutte le aree della vita collettiva, a partire da quella culturale, contribuendo al progresso dell’umanità. L’obiettivo è anche quello di aiutare concretamente a perseguire quel principio di equità e di pari opportunità che, dalla nostra Costituzione, deve potersi trasferire nelle rappresentazioni e culture quotidiane.

La mostra a cura di Alessandra Mauro è realizzata in collaborazione con Life Picture Collection con il contributo di Fondazione Forma per la Fotografia, catalogo Contrasto.

Informazioni

Museo di Roma in Trastevere
Periodo: dal 21 settembre 2021 al 27 febbraio 2022
Orario: dal martedì alla domenica ore 10.00-20.00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura Lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio
Curatore: Alessandra Mauro
Catalogo: Contrasto
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo.

Palazzo Reale
Sede: Piazza del Duomo, 12 – Milano
Telefono: +39 02 884 45 181 (lun-ven dalle 9 alle 16)
Email: c.mostre@comune.milano.it
Orari: Lun: chiuso, martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 10.00 -19.30; giovedì 10.00 -21.30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Biglietti: Intero € 14 Ridotto € 12
Catalogo: Contrasto