Il Mercato del Parco, a Garbatella-San Paolo, al tempo del coronavirus

Il Mercato del Parco ha aperto i battenti a fine anno. Un “mercato di frontiera”, tra due quartieri, che resiste al tempo del coronavirus.

Roma, venerdì 13 settembre, IV giorno di limitazione agli spostamenti. È arrivato il momento di andare a fare la spesa. Un’attività quotidiana per la quale spesso non trovi il tempo. Ora anche il “tempo” ha cambiato fisionomia, quello che spesso ti sfugge, non ne hai mai abbastanza, ora si è dilatato, è rimasto sospeso. Anche la città sembra in sospensione, come in un eterno derby che svuota le strade, un silenzio che però viene scosso ogni tanto da un urlo: goooal! Ora nulla, silenzio e basta. Per andare a fare la spesa non esci di fretta, devi ricordarti di compilare il modulo di autocertificazione, la mascherina fai-da-te (perchè non si trovano più in commercio), i guanti e con un po’ di apprensione prendi il coraggio, quasi euforico per le tante ore a casa, di uscire.

Inaugurazione del Mercato del Parco: Augusto D’Appolonio, Virginia Raggi e Leslie Capone (assessore al commercio VIII Municipio)

La strada che conduce al mio mercato, dove non vedo l’ora di rivedere le stesse facce, è quasi deserta. I negozi quasi tutti chiusi, solo un paio di persone, sui marciapiedi, con andatura lenta e circospetta. Un’atmosfera da day-after. Il cancello del mercato è aperto e i clienti sparpagliati si avvicendano ai banchi.
Siamo al Mercato del Parco, in via Rosa Guarnieri Carducci, al confine tra Garbatella e San Paolo. È il mercato che prediligo, di quartiere, all’aperto. Ci racconta la sua storia il suo presidente, Augusto D’Appollonio, macelleria, box n. 20.

Mercato del Parco

Il Mercato del Parco è stato inaugurato il primo dicembre 2019. Esiste da circa sessanta anni. Prima era sotto la Regione Lazio. Dopo vari trasferimenti, e battaglie, siamo riusciti ad avere una sede pronta, anche se non completamente terminata. Nella zona siamo diventati il mercato di riferimento in quanto quello coperto alla Garbatella non esiste più. C’è un mercatino di 5-6 banchi a piazza dei Navigatori e quello della Montagnola. Qui sono stati accorpati il mercato di Tor Marancia e quello di Rosa Raimondi Garibaldi. Siamo 34 operatori. Io esercito qui fisso dal 1992 e prima c’era mia zia che ha lavorato 30 anni al mercato come rivenditore di abbacchi e polli.

Macelleria di Augusto D’Appollonio (box n. 20)

Certo è che la clientela e la vendita erano diverse. Oggi vogliono il pollo disossato, spellato mentre prima non si poteva toccare o buttare niente. Il cambio generazionale impone dei cambiamenti. Oggi i giovani lavorano ed è necessario cambiare gli orari di apertura, inserire il POS per i pagamenti, ma per fortuna i giovani preferiscono venire da noi. Il rapporto con l’operatore è fiduciario. Consiglio il cliente in base alle sue esigenze, scegliendo il taglio. In virtù di questo anche nella grande distribuzione sta inserendo i banchi con gli operatori. La qualità del prodotto è importante, così come la provenienza. La clientela qui è stanziale. Nel mio settore la carne danese è pregiata e con un buon rapporto qualità-prezzo. Ma ci sono anche esercenti con una produzione propria, come Anna , la cui verdura proviene dalla sua azienda (Carosi) a pochi chilometri.

Augusto D’Appollonio

Passo poi da Paolo Colanera, panificio e salsamenteria. Pochi i clienti presso i vari box. Paolo preferisce il mercato perchè è un lavoro a contatto più diretto con il pubblico. Esercita dal 1989, prima è stato a via Odescalchi e poi al mercato di Rosa Raimondi Garibaldi. Dopo tanti anni e sacrifici, dal 1995, è riuscito a lavorare nel nuovo mercato.

Interviste rilasciate a febbraio 2020

Al banco di Anna Maria Tortora (verdura, ortaggi), azienda agricola Carosi, si iniziano a vedere le cassette vuote, segno che ha venduto quasi tutta la sua merce prodotta dalla sua azienda. Lei non ha i problemi di chi si deve affidare ai trasporti o a una fornitura che viene dall’estero. Il suo lavoro è cambiato per la paura delle persone, le precauzioni da prendere, ma la vendita è immutata anche perchè “più di tanto l’azienda non produce”.
Passo infine al box di Danilo e sua moglie, pescheria. Il suo banco ha sempre un buon assortimento e dopo qualche acquisto ci scambiamo i contatti per farmi raccontare come il mercato sta vivendo queste limitazioni.

Anna

Sia in entrata che in uscita dal mercato nessun controllo. Invece il giorno successivo, sabato, le entrate erano contigentate. Il controllo, per quello che ho potuto constatare, sarebbe più utile all’interno per sorvegliare i clienti che a volte si avvicinano troppo alla merce o che vogliono sceglierla e per vedere se sono rispettate le distanze di sicurezza. La realtà del mercato è diversa da quella del GDO.

Mercato del Parco, tettoia incompleta

Nel supermercato c’è un numero definito di casse dove necessariamente le persone sono incanalate, al mercato esistono più esercenti che consentono alle persone di disperdersi tra i banchi e ogni banco è dotato di una cassa propria. Facendo entrare 10 persone alla volta è facile che si trovino banchi vuoti in attesa dei clienti e magari altri più affollati. Per questo sarebbe preferibile un controllo all’interno.

il Mercato del Parco

Il settore ittico risulta uno dei più penalizzati dalle attuali limitazioni dovute al coronavirus, con una riduzione del 40% delle vendite. Danilo Marziali (pescheria) spiega cosa sta accadendo.

Il banco di pesce di Cinzia e Danilo Marziali

Il lavoro è diminuito perchè l’approvvigionamento è diventato difficoltoso. A causa dei trasporti mentre la chiusura dei ristoranti ha determinato minori acquisti da parte dei fornitori. Ci sono anche problemi legati all’informazione. Nessuno sapeva che sabato noi, al mercato, eravamo aperti. È stato detto che sabato i negozi sarebbero stati chiusi mentre i mercati a norma erano aperti per gli alimentaristi. L’afflusso all’interno è limitato e contingentato. La vendita è diminuita del 40% e anche la clientela è diminuita perchè arriva solo chi abita vicino, chi prendeva la macchina non arriva. L’approvvigionamento del pescato locale è rimasto invariato. Ci sono problemi con l’estero, legati ai trasporti e così dall’estero arriva poca merce. I trasporti via terra che attraversano le zone rosse non possono fare soste, i voli aerei sono bloccati. Dall’Africa non arriva più nulla. La carne, come quella danese, non arriva. I clienti che vengono al mercato acquistano in quantità normali e alcuni comprano anche di più ma è il numero delle persone che è limitato. Per quanto riguarda le mascherine ce le stiamo fabbricando da soli, anche la disponibilità dei guanti è limitata e bisogna accontentarsi delle misure che si trovano. Sarebbe auspicabile che le misure adottate in Italia fossero intraprese anche nel resto dell’Europa.

Foto e video di Marco De Felicis

INFORMAZIONI

Mercato del Parco
Via Rosa Guarnieri Carducci, 00145 Roma
Macelleria Augusto D’Appollonio
Pescheria Danilo Marziali