REVOLUTION Musica e ribelli 1966-1970 dai Beatles a Woodstock

Dal Victoria and Albert Museum di Londra, Revolution. La mostra sui protagonisti della fine degli anni Sessanta che volevano cambiare il mondo è approdata a Milano, alla Fabbrica del Vapore. Fino al 4 aprile 2018.

Testo di Revolution scritto a mano da John Lennon (replica)

La mostra è allestita nella sede suggestiva della Fabbrica del Vapore, uno spazio del Comune di Milano destinato alla cultura e all’aggregazione, che coinvolge i giovani come fruitori e produttori di contenuto culturale, performativo e artistico-multidisciplinare.
Attraverso la tecnologia audio di ultima generazione, AMBEO 3D immersiva di Sennheiser, il visitatore può vivere una straordinaria sound experience. Appena entrati si indossa una cuffia per essere accompagnati dalla musica di fine anni Sessanta, filo conduttore della mostra.

Allestimento

Una mostra da ascoltare e da vedere che racconta gli anni che hanno plasmato e, ogni in caso, influenzato in modo indiscutibile l’arte, la musica, la cultura, la moda e lo stile di vita seguente. Un itinerario che si sviluppa attraverso circa 500 oggetti-testimonianze di un periodo, dei personaggi, delle canzoni che hanno lasciato una impronta nella storia, degli abiti che hanno rivoluzionato la moda e dei film che hanno determinato una nuova visione. Un’onda lunga, quella musicale, che è arrivata ai giorni nostri, il repertorio dei Beatles o dei Pink Floyd è un ever green e i concerti dei Rolling Stones registrano ancora il tutto esaurito.

‘Harlem Peace March (New York City, 1967)’, 1967, Builder Levy, © Victoria and Albert Museum

L’ondata di cambiamento invase non soltanto le arti o la moda ma la controcultura di quegli anni, segnati dalla lotta per i diritti umani e contro il consumismo. Un idealismo ottimista univa le persone in un fronte comune nella convinzione di riuscire a sovvertire, pacificamente, le strutture di potere in ogni sfera della società.

Jimi Hendrix al Piper di Milano

I giovani facevano sentire la loro voce nelle proteste di strada, nelle canzoni dei festival (Woodstock e l’Isola di Wight)  e cercavano uno stile di vita diverso nelle comunità alternative. La diffusione delle nuove idee fu planetaria e i luoghi di riferimento divennero: a Londra Carnaby Street, San Francisco con le comuni americane e Parigi con le proteste del maggio francese.

Rev. Dr. Martin Luther King Jr. a United Nations Plaza, 15 Aprile 1967, Christian Science Monitor © Christian Science Monitor

L’inarrestabile ondata di cambiamento, la cosiddetta Revolution, arriva dall’Inghilterra. Alberto Tonti (noto critico musicale) scrive: “Improvvisamente Carnaby Street a Londra diventa l’ombelico del mondo, la fucina dalla quale vengono espulse valanghe di idee, il luogo delle sette meraviglie, la way of life della nuova generazione”.

Cartelli “Hair Peace” e “Bed Peace” (copie) e schema del Bed-In

In Gran Bretagna, in quei cinque anni (1966-1970) nascono band come i Beatles, i Rolling Stones e gli Who. I temi sviluppati nelle canzoni sono la libertà, l’amore, l’amicizia, la pace e la preoccupazione per il mondo che verrà. Alberto Tonti evidenzia gli avvenimenti che hanno segnato quegli anni: “L’apparente epoca felice che va dal ’63 al ’68, anno in cui arriva la vera protesta che assume caratteri politici e di costume ben definiti, non è aliena da accadimenti che pesano. Su tutti: la morte di Papa Giovanni, l’assassinio di John F. Kennedy, la guerra del Vietnam e l’uccisione di Che Guevara”.

Beatles a casa di Brian Epstein, Linda McCartney, 1967
© MPL Communication. Riprodotta con il permesso di Paul McCartney

La rivoluzione nella moda è il segno tangibile del cambiamento, un modo di comunicare in maniera evidente le proprie scelte controcorrente. Il rifiuto delle regole imposte e prive di significato, la volontà di differenziarsi dalla generazione precedente segnata dalle guerre. Carnaby Street, regno di Mary Quant (inventrice della minigonna e di una moda a buon mercato), immortala top model come Twiggy (detta “grissino”) mentre le città si riempiono di una variopinta e fiorita umanità. Sia le minigonne che i capelli lunghi dei ragazzi esprimono la voglia di non crescere e rimanere integri, in opposizione al mondo dei ‘grandi’ (“matusa”) spesso razzisti e guerrafondai.

Allestimento mostra

Negli stessi anni anche la società italiana assiste a profondi cambiamenti: il boom economico ed edilizio, l’enorme vendita di merci (grazie anche alla possibilità di rateizzazione). Un benessere che si riflette nel forte aumento della scolarizzazione. Dal 1957 al 1967 gli iscritti all’università raddoppiano da 200.000 ad oltre 400.000 unità. Gli studenti contestano fortemente la cultura tradizionale e borghese, l’autoritarismo e l’economia capitalista. In Italia si uniscono alla protesta degli operai e del movimento femminista.

Jimi Hendrix e il pubblico del Piper di Milano, 1968, Renzo Chiesa
© Renzo Chiesa

Ma questa non è una mostra su un periodo storico o artistico, è una mostra sull’idea di Rivoluzione basata sulla convinzione che ognuno potesse scegliere la propria la vita e il sesso che desiderava, che il colore della pelle non fosse importante, che la tecnologia significasse democrazia, che la musica fosse un grido, un mezzo per cambiare quello che è sbagliato perché non fa del bene al nostro vivere collettivo.
L’esposizione è un percorso emozionale creato per immergere il visitatore nell’atmosfera e nella musica di quegli anni. Suddivisa in sette sezioni. La Swinging London con le band del tempo, gli abiti coloratissimi e gli studi fotografici dell’epoca. 

Black & White

Musica e contro-cultura. Il periodo delle sperimentazioni in musica, arte, cinema e letteratura, i club psichedelici, l’assunzione di droghe per potenziare la creatività, Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band (giugno ’67) e le sculture tribali. Power to all people – Voci del dissenso. La scintilla del ’68 in Francia, la battaglia contro le istituzioni, il razzismo e la guerra in Vietnam. Il movimento di liberazione di Angela Davis (membro del partito comunista americano) licenziata, nel 1969, dall’università in cui insegnava su pressione del governatore della California (Ronald Regan), fu poi incarcerata per un crimine da cui venne assolta. Gli oggetti legati al mood politico di questi anni, dai poster delle Black Panthers alle pillole anticoncezionali e il War is over di John Lennon e Yoko Ono, che tennero dopo il loro matrimonio (20.3.1969) due “bed-in per la pace” di una settimana ciascuno.

Redingote in broccato indossata da John Lennon per l’esibizione dei Beatles nel programma Our World, 25 giugno 1967

Costumi e consumi. I costumi dei Beatles e gli oggetti alla moda. La crescita favoriva il consumismo e la tv portò eventi nelle case come la guerra in Vietnam e l’atterraggio sulla Luna. The summer of love – Comuni e West Coast. Ecologismo e rivoluzione digitale, ideologia ispiratrice della fondazione di Greenpeace e dell’Intenational Earth Day, la presentazione nel 1968 del primo mouse, dell’ipertesto e della videoconferenza, in mostra il raro computer Apple 1. I creativi della Silicon Valley cercano di mettere in rete le persone di tutto il mondo e di creare un sistema di conoscenza generato dagli utenti (come wikipedia). Molti decidono di lasciare le città, si costruiscono abitazioni con materiali economici e riciclati per sperimentare, nella natura, uno stile di vita diverso basato sul’autosufficienza.

Movimenti femministi

Woodstock e la cultura dei festival. I tre giorni di pace, amore e musica a Woodstock, foto e mappe per accedere all’isola di Wight, strumenti musicali, la chitarra di Jimi Hendrix (la cui carriera durò solo quattro anni). Nel 1969 a Woodstock ci furono tre gioni solo di pace, amore e musica. Lasciatevi del tempo a disposizione per l’ultima sezione della mostra, la più emozionante: Woodstock  – Live Experience. Si entra in una sala immersiva con un prato sintetico che riporta al noto concerto attraverso un impianto audio e video di altissima qualità. Su un megaschermo semicircolare scorrono le immagini del più famoso concerto della storia del rock. Una sintesi di tre giorni di musica che vola, perchè ogni piacere sembra durare un attimo e vorresti vedere e ascoltare anche i musicisti che non hanno trovato spazio nel video.

Woodstock live experience

I gadget sono molto accattivanti ma i loro costi non sono pop (popular). La mostra (promossa e coprodotta da Comune di Milano-Cultura, Fabbrica del Vapore e Avatar – Gruppo MondoMostre Skira, in collaborazione con il Victoria and Albert Museum) è curata da Victoria Broackes e Geoffrey Marsh del museo londinese, insieme a Fran Tomasi, maggior promoter italiano che per primo portò in Italia i Pink Floyd, Clara Tosi Pamphili, giornalista e storica della moda, e Alberto Tonti, noto critico musicale.

 

Le foto, tranne dove diversamente indicato, sono di Marco De Felicis

Informazioni

Sede FABBRICA DEL VAPORE
Via Cesare Procaccini, 4 – 20154 Milano

Orari Lunedì 15.00 – 20.00 Giovedì 10.00 – 22.00
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 – 20.00
(Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)
Apertura straordinaria: 1 aprile orari 10.00- 20.00

Biglietti Intero: € 16 Ridotto: € 14

Curatori Victoria Broackes – Victoria and Albert Museum di Londra
Geoffrey Marsh – Victoria and Albert Museum di Londra
Fran Tomasi,  Clara Tosi Pamphili e Alberto Tonti

Infoline e prevendite:  www.vivaticket.it

Catalogo Skira Editore

Sound experience by Sennheiser

Sito e social www.mostrarevolution.it #mostrarevolution
www.facebook.com/mostrarevolution/