Spartaco. Schiavi e padroni in mostra a Roma

Spartaco. Schiavi e padroni a Roma, in mostra al Museo dell’Ara Pacis. Fino al 17 settembre 2017
Roma antica riuscì a basare la propria economia sullo sfruttamento dell’uomo. Impiantò il più grande sistema schiavistico della storia. Riuscì a sfruttare le capacità e la forza lavoro di milioni di individui privi di libertà, diritti e proprietà. Stime recenti hanno calcolato la presenza tra i 6 e i 10 milioni di schiavi su una popolazione di 50/60 milioni di individui.

Frammento di mosaico figurato, Paris, Musée du Louvre Département des Antiquitès greques, étrusques et romaines Photo© RMN-Gran Palais (musée du Louvre)/Hervé Lewandowski

È questo il tema che si propone di esplorare la mostra ‘Spartaco. Schiavi e padroni a Roma’, ospitata dal Museo dell’Ara Pacis, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
L’esposizione è ideata da Claudio Parisi Presicce e Orietta Rossini, così la curatela scientifica a cui ha contribuito anche Lucia Spagnuolo. 
L’allestimento visivo e sonoro – del regista Roberto Andò, Giovanni Carluccio, Angelo Pasquini, Luca Scarzella e Hubert Westkemper – accompagna il visitatore lungo un percorso di ceppi, catene, gioielli, sculture e ampolle per unguenti.

Un team di archeologi, scenografi, registi e architetti ha restituito la realtà della vita degli schiavi nell’antica Roma a partire dall’ultima grande rivolta guidata da Spartaco tra il 73 e il 71 a.C. Il celebre schiavo, divenuto gladiatore,  capeggiò la famosa ribellione della scuola di gladiatori di Capua. Riunì, in un vero e proprio esercito, schiavi, ma anche poveri e disperati. Tennero testa per tre anni all’esercito romano. Roma gli inviò contro le legioni di Crasso, quelle di Pompeo e quelle di Lucullo. Fu infine sconfitto e cadde combattendo in armi. 

Bracciale in oro con iscrizione incisa, Moregine. Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Soprintendenza Speciale Pompei

Il suo corpo non fu mai trovato. La repressione fu tremenda, 6000 dei suoi compagni ribelli furono crocefissi sulla via Appia, lungo la strada tra Roma e Capua.
In mostra sono raccontati i diversi ambiti della schiavitù ai tempi di Spartaco attraverso 11 sezioni che raccolgono circa 250 reperti archeologici, insieme a una selezione di 10 fotografie. Le opere sono inserite in un racconto immersivo composto da installazioni audio e video. I reperti provengono da cinque musei della Sovrintendenza Capitolina, da molti musei italiani (Napoli, Baia, Messina, Capodimonte, Pompei, Roma: Palazzo Altemps, Terme di Diocleziano e Palazzo Massimo, Modena etc.) e da musei stranieri (Musei Vaticani; Louvre, Parigi; Archeologico Nazionale, Madrid; Galleria Tretyakov, Mosca; Museo Romano – Germanico, Colonia). Le 10 fotografie – di Lewis Hine, Philip Jones Griffith, Patrick Zachmann, Gordon Parks, Fulvio Roiter, Francesco Cocco, Peter Magubane, Mark Peterson, Selvaprakash Lakshmanan – che affiancano il percorso espositivo, rappresentano uno sguardo sulle forme di schiavismo dell’epoca post-industriale e contemporanea.

Lanternarius addormentato, Su concessione del ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Museo Nazionale Romano – Museo delle Terme di Diocleziano

Ancora oggi ci sono circa 21 milioni gli esseri umani che, secondo stime ufficiali, possono essere definiti vittime della new slavery. Infatti il sovraintendente Claudio Parisi Presicce l’ha definita “una mostra politica nel senso più ampio del termine”.

LE SEZIONI

Nonostante la schiavitù sia sempre esistita in tutte le civiltà, furono i romani ad organizzare un sistema schiavistico capillare sorto a seguito della conquista di intere popolazioni e territori immensi. Questi funzionarono come bacino di rifornimento di manodopera. Senza gli schiavi non si sarebbe sviluppato il latifondo a coltura intensiva. Il commercio non avrebbe potuto distribuire merci in tutto l’impero. Così come l’industria tessile, le fabbriche dei laterizi, la produzione della ceramica, le imprese estrattive di cava e di miniera non avrebbero potuto far fronte ai consumi delle città del bacino mediterraneo. Persino il settore divertimento e tempo libero (teatro, circo e terme) era alimentato da una larga percentuale di lavoro schiavile.

Moregine, Pompei. Scavo dell’edificio B – rinvenimento di vittime. Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Soprintendenza Speciale Pompei

Il percorso della mostra si sviluppa attraverso undici sezioni. 1) Nella sezione Vincitori e vinti si racconta l’età delle conquiste e la riduzione in schiavitù di migliaia di vinti nelle campagne militari. 2) La seconda, Il sangue di Spartaco, narra la sconfitta a opera delle legioni di Crasso dei circa 70.000 ribelli guidati da Spartaco. Un episodio che segna la fine sanguinosa delle guerre sociali e stigmatizza l’economia schiavile. 3) Il Mercato degli schiavi, fiorente in tutto il Mediterraneo e nella stessa Roma. 4) Una sezione dedicata alla condizione degli Schiavi domestici che evidenzia il privilegio, rispetto agli addetti ai lavori più pesanti, di chi condivideva la vita nella casa padronale.

5) Gli schiavi nei campi erano sicuramente i più svantaggiati, assoggettati a un sorvegliante plenipotenziario, a volte erano incatenati nei campi. 6) Le schiave. La prostituzione era così frequente da renderne necessaria la proibizione per legge. Tuttavia, a volte, le schiave-amanti potevano acquisire ruoli di rilievo nella vita familiare. Il bracciale d’oro serpentiforme della schiava di Moregine reca l’iscrizione: “dominus ancillae suae” (il padrone alla sua schiava). 7) I Mestieri da schiavi conferivano un ulteriore marchio di infamia, come le prostitute, i gladiatori, gli aurighi e gli attori. Oltre questi, altri lavori, oggi stimati come quello del medico e del chirurgo, erano esercitati da schiavi, spesso greci di particolare cultura e abilità.

Statua della Venere che si slaccia un sandalo, Napoli, Museo Archeologico Nazionale

8) Una sezione è dedicata agli Schiavi bambini, impiegati nella casa dei padroni. 9) Nella sezione degli Schiavi nelle cave e miniere, è rappresentata la dura condizione di lavoro e di vita di chi lavorava marmi e metalli preziosi per rifornire la capitale e le altre città dell’impero.
10) Una delle più interessanti è la sezione: Strada verso la libertà, dedicata alla manumissio. Occasione offerta dal diritto romano agli schiavi meritevoli e a quelli che erano riusciti ad acquistare la propria libertà. Si trattava di una pratica diffusa e unica nella storia. Tanto che i liberti (gli schiavi liberati) potevano diventare a pieno titolo cittadini romani, con tutti i diritti connessi e solo poche limitazioni, che scomparivano per la generazione successiva. 
Questo sistema schiavistico romano attivava una possibile scalata sociale su base, teoricamente, meritocratica.

Mark Peterson, Alabama, 1995

11) L’ultima sezione, Schiavitù e religione, è dedicata al rapporto della schiavitù con il culto ufficiale romano. Per poi esplorare gli effetti dell’avvento del Cristianesimo in età costantiniana.
Il percorso si conclude con i contributi forniti dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO, International Labour Organization), Agenzia Specializzata delle Nazioni Unite nei temi del lavoro e della politica sociale, impegnata nell’eliminazione del lavoro forzato e altre forme di schiavitù legate al mondo del lavoro.

INFORMAZIONI

Mostra     Spartaco. Schiavi e padroni a Roma
Sede     Museo dell’Ara Pacis. Lungotevere in Augusta, Roma
Apertura al pubblico   Fino al 17 settembre 2017
Orario: tutti i giorni dalle ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti: “solo mostra”: intero € 11, ridotto € 9; speciale scuola ad alunno € 4; speciale Famiglie € 22 (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni). Biglietto integrato Museo dell’Ara Pacis + Mostra per non residenti a Roma: intero € 17, ridotto € 13
Biglietto integrato Museo dell’Ara Pacis + Mostra per residenti a Roma: intero € 16, ridotto € 12
Catalogo     De Luca Editore

Info Mostra     060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
www.arapacis.it – www.museiincomuneroma.it
Twitter: @museiincomune

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – Organizzazione    Zètema Progetto Cultura  www.zetema.it