74. Mostra del Cinema di Venezia. Scritto, diretto e prodotto da George Clooney: Suburbicon

Team da Oscar per Suburbicon di George Clooney. Applauditissimo a Venezia destinato a calamitare premi. La Mostra del Cinema a Venezia sempre più glamour.

Un thriller politico sull’America degli anni Cinquanta, e non solo, che vola fino alla fine in un crescendo di tensione e colpi di scena. Da una sceneggiatura anni Ottanta dei premi Oscar Joel & Ethan Coen; scritto dai premi Oscar George Clooney (Good Night and Good Luck) e Grant Heslov (Argo); interpretato dai premi Oscar Matt Damon (Will Hunting – Genio ribelle) e Julianne Moore (Sill Alice); fotografia del premio Oscar Robert Elswit (Il petroliere) e montaggio del premio Oscar Stephen Mirrione (Traffic). Un team stellare che probabilmente centrerà l’obiettivo di aggiudicarsi qualche premio.
In una cittadina stereotipo del sogno americano, una Pleasantville anni Cinquanta, l’ipocrisia perbenista di una presunta famiglia normale nasconde mostri.

Suburbicon 2 2017 Paramount Pictures (Asac – la Biennale di Venezia)

Per George Clooney è stato divertente: “rimuovere quella patina della perfetta vita casalinga e vedere quanto le cose possono degenerare”. La sceneggiatura è ispirata a quanto realmente accaduto a Levittown quando lì si trasferì una famiglia di colore. Furono assediati da persone che gridavano insulti razziali. Nel film viene letta proprio la petizione dei vicini che volevano che la famiglia se ne andasse: “Siamo per l’integrazione solo nel momento in cui i negri si saranno educati”.
In conferenza stampa George Clooney, con il suo consueto appeal, ha dichiarato: “Sono cresciuto negli anni Sessanta-Settanta quando si lottava contro la segregazione e il razzismo. Stiamo guardando nella direzione sbagliata. Diamo la colpa alle minoranze ma non hanno nulla a che fare con i nostri problemi”. Matt Damon: “Sono d’accordo con George. I privilegi dei bianchi ti consentono di andare in giro con una bicicletta coperta di sangue, tanto daranno la colpa ai neri”.

Matt Damon, George Clooney e Julianne Moore

Matt Damon (Gardner Lodge nel film) appare come il marito e padre modello che vive con la moglie Rose (Julianne Moore) e il figlio (interpretazione straordinaria di Noah Jupe) nella sua linda casetta a Suburbicon. Rose ritiene il marito responsabile dell’incidente che l’ha costretta su una sedia a rotelle. La loro fragile serenità crolla con l’irruzione in casa di due malviventi. La storia si elettrizza con l’entrata in scena di un sospettoso assicuratore (Oscar Isaac); una parte che, inizialmente, era stata offerta dai Coen a George Clooney. Margaret (Julianne Moore), la sorella di Rose, non è sposata e non ha una propria casa, a differenza della sorella. Come sottolineato da Julianne Moore: “Capisce cosa vuol dire essere emarginata, è lei che propone al nipote di andare a giocare con il ragazzino di colore”.

Matt Damon e George Clooney

George racconta come: “Non sapevamo che Trump sarebbe arrivato, è stata una sorpresa per tutti noi. Mentre Trump iniziava a parlare di costruire i muri questo film si contrapponeva a questo tipo di problemi. Volevamo essere arrabbiati e lo diventavamo sempre di più mentre stavamo girando. Nel nostro Paese in questo momento c’è una rabbia crescente per come il mondo e il nostro Paese sta andando.”, aggiunge, “C’è stata sempre l’intenzione di guardare il mondo, la famiglia dal punto di vista dei due ragazzi. Abbiamo lasciato come ultima scena i due ragazzini che giocano”. A proposito dei suoi mostri Clooney dichiara: “La loro mostruosità arriva quando fanno scelte stupide. Sono mostri che ingaggiano killer perché non sanno uccidere. Diventano a poco a poco mostri attraverso le scelte che fanno”.

Suburbicon – director George Clooney (Asac – la Biennale di Venezia)

Julianne Moore, in conferenza, ha aggiunto: “La nuova generazione sarà migliore se questa attuale si pone questi problemi. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e non aspettarci che la nuova generazione farà meglio. Viviamo in un posto dove c’è chi venera le statue dei generali confederali, quei generali che hanno combattuto contro gli Stati Uniti d’America per conservare la schiavitù. Noi dobbiamo essere pronti all’attivismo per evitare il radicalismo”.
Alla domanda su come è stata l’esperienza di essere diretta da George Clooney l’attrice ha risposto: “Sembra che lui sia il regista migliore del mondo. Quando ti dà una indicazione tu vai nella direzione opposta. Sono rimasta estasiata di fare questo film con George”.
In chiusura è stato chiesto a Clooney se sta pensa a una sua candidatura alla Casa Bianca. L’attore-regista ha risposto: “Sarebbe divertente ma vorrei che qualsiasi altra persona potesse diventare presidente”. A Matt Damon la battuta finale: “Chiunque potrebbe farlo meglio di quello attuale”.

 

Sito Mostra del Cinema: https://www.labiennale.org/it/cinema/2017