Una Fiorella Mannoia spumeggiante incanta l’Auditorium

Fiorella Mannoia è in tour per presentare il suo doppio disco “Fiorella” con cui festeggia i suoi 60 anni (pieni di fascino) e celebra i suoi 46 anni di carriera. Un’antologia di brani emozionali che la cantante ha presentato, giovedì 23 tappa romana del tour, all’Auditorium Parco della Musica (per “Luglio suona bene 2015”) e con cui ha coinvolto, con la sua energia, le diverse generazioni di pubblico che hanno riempito la Cavea.

 

La sua voce inconfondibile ha rivitalizzato, con una cascata di emozioni, i ricordi dei presenti che hanno cantato a tutta voce parti intere dei brani musicali. Un’antologia della canzone d’autore, con una cifra spesso maschile, interpretata da Fiorella con sensibilità e passione.

Il viaggio musicale è stato cronologico: ‘Un bimbo sul leone’ di Celentano (Castrocaro del 1968), ‘Come si cambia’, ‘Amore bello’ di Claudio Baglioni, ‘Quello che le donne non dicono’ di Enrico Ruggieri e il pubblico è suo. Con la sua grinta e i suoi discorsi diretti dà la sensazione che sul palco ci sia un’amica e poi quando canta ipnotizza.

La poesia continua con ‘Le notti di maggio’ di Fossati, poi De Gregori e ‘Boogie’ di Paolo Conte, un crescendo che culmina con una sua canzone: ‘In viaggio’. Perché dopo tanti autori tre anni fa Fiorella ha iniziato a scrivere canzoni sull’impulso di un libro che le ha fatto scoprire la realtà del Sud. Una realtà con cui è bene confrontarsi presto, prima che i suoi problemi da urgenze diventino emergenze o catastrofi irrisolvibili. Perché il Sud è un concetto che non ha latitudine e longitudine, il sud esiste ovunque e il Sud del mondo è l’Africa. Non è comunque mai troppo tardi per fare un disco che comprendesse tutto il Sud e Fiorella l’ha fatto. Grazie anche alla collaborazione di musicisti senegalesi a cui ha chiesto insistentemente cosa provavano le loro madri a vedere i propri figli partire. ‘In viaggio’ racconta tutte le raccomandazioni che una madre può fare a una figlia che sta per lasciare il proprio paese: “Domani partirai e io non ti posso accompagnare. Domani non ti voltare”. Forse perché sua, forse perché nasce da dentro, è stata la sua migliore interpretazione che ha commosso tutti. E forse è servita a fare qualche riflessione in più.
La nostra Rossa vocalist ha continuato a sventagliare tutte le sfumature della sua voce con ‘La casa in riva al mare’ di Lucio Dalla, ‘Via con me’ di Paolo Conte e l’insuperabile ‘Il cielo d’Irlanda’ che solo chi c’è stato sa che non è poesia ma una fotografia in musica della magnifica Irlanda. La Cavea riscaldata dalla sua voce, non più dal clima,
ha ringraziato con i suoi applausi.