Raffaello – L’Accademia di San Luca e il mito dell’Urbinate

Roma. Fino al 5 marzo 2021 è possibile ammirare all’Accademia di San Luca alcuni capolavori di Raffaello accanto ad alcune copie di famosi artisti

Dopo la prestigiosa mostra monografica romana su Raffaello (Urbino 1483 – Roma 1520) alle Scuderie del Quirinale un’altra iniziativa, nella capitale, celebra i 500 anni della morte dell’Urbinate. La mostra dell’Accademia Nazionale di San Luca (a cura di Francesco Moschini, Valeria Rotili e Stefania Ventra) celebra il mito del principe degli artisti.

Palazzo Carpegna, ingresso mostra

Raffaello Sanzio, morto giovane ma già con una gloriosa carriera artistica alle spalle, ha rappresentato, come ben evidenziato dall’artista e biografo Giorgio Vasari nelle sue Vite, un riferimento per il suo tempo e per le generazioni di artisti dei secoli successivi. Un maestro e un modello con cui doversi confrontare e a cui ispirarsi.

Putto Reggifestone di Gustave Moreau, Raffaello e Anonimo ottocentesco. La dott.ssa Valeria Rotili

La mostra a Palazzo Carpegna si propone di illustrare, attraverso 55 opere, alcune appartenenti alla collezione e altre provenienti da importanti prestiti, il ruolo svolto dall’Accademia di San Luca nella promozione e nella diffusione del mito dell’Urbinate tra Cinquecento e Novecento. Già dal Cinquecento l’Accademia sceglie quale propria immagine-simbolo la pala raffigurante San Luca che dipinge la Vergine, tradizionalmente attribuito a Raffaello ritratto al suo interno.

INDICE: IL SAN LUCA “DI RAFFAELLO” ICONA ACCADEMICAIL PUTTO REGGIFESTONE E LA SUA FORTUNARAFFAELLO NELLA CULTURA E NELLA DIDATTICA ACCADEMICARAFFAELLO NELLA GALLERIA ACCADEMICARAFFAELLO NELL’OPERA DEI MAESTRI DELL’ACCADEMIAInformazioni

Accademia SanLuca Foto Mostra Foto LoGiudice-Bufo (16)

IL SAN LUCA “DI RAFFAELLO” ICONA ACCADEMICA

Al terzo piano la prima sezione, delle cinque in cui si sviluppa l’esposizione, ruota attorno alla pala raffigurante San Luca che dipinge la Vergine. Il dipinto rappresenta quasi un passaggio di consegne dal Santo patrono dei pittori, il primo a ritrarre la Madonna, a Raffaello, testimone e allievo.
La mostra ha il pregio di porre a confronto alcune opere attribuite al famoso Urbinate con quelle degli studenti dell’Accademia, e anche di noti pittori, che così si esercitavano a copiarle. Per la prima volta accanto all’opera dell’Accademia è esposta una copia eseguita da Antiveduto Gramatica (1623), per conservare memoria dell’originale, attualmente collocata sull’altare principale della chiesa dei Santi Luca e Martina al Foro Romano. La fortuna di questa iconografia di San Luca deriva dalla suo potenziale di promuovere le professioni artistiche.

Accademia SanLuca, Foto Mostra, Foto LoGiudice-Bufo (1)

IL PUTTO REGGIFESTONE E LA SUA FORTUNA

Nella seconda sezione (terzo piano) si può ammirare un capolavoro, il Putto reggifestone, attribuito a Raffaello, il solo affresco dell’Urbinate che è possibile osservare da vicino. Un’autentica meraviglia davanti alla quale si rimane incantati. Molto simile, per aspetti tecnici e formali, a quello accanto al profeta Isaia dipinto da Raffaello nella chiesa di Sant’Agostino a Roma. L’affresco è pervenuto all’Accademia grazie al lascito testamentario del pittore Jean-Baptiste Wicar nel 1834. Fu subito esposto nella galleria dove fu copiato da numerosi pittori.

Raffaello Sanzio (tradizionalmente attr.), San Luca dipinge la Vergine (particolare), XVI sec.
olio su tavola trasportato su tela, cm 216×160, Roma, Accademia Nazionale di San Luca

Anche Gustave Moreau (1858) restò folgorato da questo putto raffaellesco, che definì “mon petit enfant”, tanto da scriverne ai genitori ed eseguirne una tra le copie più famose. Esposta accanto all’originale offre un confronto inedito e interessante grazie al prestito del Musée Gustave Moreau di Parigi. Morbidezza e naturalezza per quello di Raffaello e pennellate più lunghe e sfumate per quello di Moreau.

Antiveduto Gramatica (Siena 1571 – Roma 1626), San Luca dipinge la Vergine (particolare), 1623, olio su tela, cm 178×230, Roma, Accademia Nazionale di San Luca, Chiesa dei SS. Luca e Martina

RAFFAELLO NELLA CULTURA E NELLA DIDATTICA ACCADEMICA

La terza sezione (terzo piano) costituisce un focus sul ruolo dell’opera di Raffaello nella cultura e nella didattica. Sono esposti i disegni realizzati dai giovani artisti in occasione dei concorsi accademici per superare i quali veniva richiesto loro di copiare le opere antiche oppure quelle raffaellesche, in particolare le scene delle Logge Vaticane e l’Isaia della chiesa romana di Sant’Agostino. Tra le prove più interessanti la terracotta di Gaspare Capparoni con Abramo e i tre angeli.

Raffaello Sanzio (?), Putto reggifestone, 1511-12 (particolare), affresco trasportato a massello, in seguito incollato su pannello di sughero ancorato a lastra di cadorite con profilati in alluminio, cm 110 x 41,5. Roma, Accademia Nazionale di San Luca

In mostra anche il disegno di Tommaso Minardi raffigurante il Cranio di Raffaello, che rimanda al culto e alle superstizioni legate alla presunta reliquia, conservata in Accademia fino alla fine del XIX secolo. Il teschio conservato in una teca, ritenuto per molto tempo quello di Raffaello, era toccato dai giovani artisti con il pennello o la matita per cercare di attingere da esso la creatività e la sapienza dell’Urbinate. Anche Goethe, nel suo viaggio in Italia, descrive il suo omaggio al teschio del pittore. L’apertura della tomba del pittore, nel 1833, al Pantheon smentì l’appartenenza all’artista del cranio conservato in Accademia. Il disegno di Minardi rappresenta in ogni caso un tentativo di ricostruire le fattezze del volto di Raffaello.

Gustave Moreau (Parigi 1826 – Parigi 1898), Putto reggifestone (particolare), 1858, tempera e acquerello su cartone, cm 110×44, Parigi, Museo Gustave Moreau

RAFFAELLO NELLA GALLERIA ACCADEMICA

La quarta sezione (secondo piano) raccoglie un piccolo nucleo di fotografie attraverso il quale è possibile comprendere l’importanza delle due opere raffaellesche possedute dall’Accademia – il San Luca e il Putto – attraverso gli allestimenti, nel tempo, della collezione. Una centralità condivisa con la nota copia del Trionfo di Galatea dai colori brillanti realizzata da Pietro da Cortona. L’artista, da poco arrivato a Roma, ricevette la commissione dal suo importante mecenate, Marcello Sacchetti (banchiere), di eseguire copie dei grandi maestri del Cinquecento. Così in questa grande tela Pietro da Cortona interpreta Raffello.

Gaspare Capparoni, Abramo e i tre angeli, 1783, terracotta, prova di Concorso Clementino, Roma, Accademia Nazionale di San Luca

RAFFAELLO NELL’OPERA DEI MAESTRI DELL’ACCADEMIA

Nella quinta sezione, al piano terra, troviamo una galleria di opere dei grandi maestri dell’Accademia che illustra le varie interpretazioni e rielaborazioni del famoso pittore di Urbino.
Gli artisti, per contratto, una volta eletti “accademici” si impegnavano a lasciare in Accademia una saggio della loro arte. Così nel Settecento Angelika Kauffmann donò all’Accademia La Speranza, ispirata alla Madonna della seggiola di Raffaello. Nei cartellini accanto ai dipinti è possibile vedere anche l’opera originale che li ha ispirati.

Tommaso Minardi, Cranio di Raffaello, 1833
matita su carta, Collezione privata

Attraverso i maestri di Ottocento e Novecento è possibile toccare con mano la fortuna longeva del maestro urbinate.
In programma una serie di visite guidate a numero chiuso con i curatori nei giorni 24 e 26 ottobre, 9 e 23 novembre, 7 e 21 dicembre 2020, 4 e 18 gennaio 2021

Pietro da Cortona, Trionfo di Galatea (particolare), c. 1624, olio su tela, trasferimento dalla Pinacoteca Capitolina, 1845, Roma, Accademia Nazionale di San Luca

L’allestimento, non facile, dell’esposizione è stato curato da Francesco Cellini. La mostra, per i suoi confronti e accostamenti, è sicuramente interessante e completa la conoscenza di Raffaello e della fortuna che ha avuto fino ai giorni nostri. Si consiglia la visione della mostra dal terzo piano, quello più alto poiché, sviluppandosi su più piani, non risulta agevole tornare indietro per rivedere alcune opere.

Angelika Kauffmann, La Speranza, 1765, olio su tela
Roma, Accademia Nazionale di San Luca

Informazioni

Sede: Accademia Nazionale di San Luca, Palazzo Carpegna, piazza dell’Accademia di San Luca 77 (vicino Fontana di Trevi) – Roma
Periodo: dal 22 ottobre 2020 prorogata fino al 5 marzo 2021.
Ingresso: gratuito
Per garantire la sicurezza dei visitatori, l’accesso alla mostra è consentito solo a persone munite di mascherina e previo controllo della temperatura corporea.
La prenotazione è obbligatoria, con turni di ingresso di max 10 persone, inviando una mail a mostraraffaello@accademiasanluca.it. Possibilità di last minute in loco, previa verifica della disponibilità della capienza nel rispetto del distanziamento fisico.
Orari: aperta dal martedì al sabato:

  • il martedì e il giovedì: turni alle ore 10.00, 12.00, 15.00, 17.00
  • il mercoledì e il venerdì: turni alle ore 14.30, 16.00, 17.30
  • il sabato: turni 10.00 – 12.00
    Chiuso la domenica e il lunedì (ad eccezione delle visite con i curatori, secondo calendario)
    Visite con i curatori. sabato 24 ottobre 2020: ore 11.00 |lunedì 26 ottobre 2020: ore 11.00 | lunedì 9 novembre 2020: ore 15.00 | lunedì 23 novembre 2020: ore 11.00 | lunedì 7 dicembre 2020: ore 15.00 | lunedì 21 dicembre 2020: ore 11.00 | lunedì 4 gennaio 2021: ore 15.00 | lunedì 18 gennaio 2021: ore 11.00

Curatori: Francesco Moschini, Valeria Rotili e Stefania Ventra
Comitato scientifico: Liliana Barroero, Marisa Dalai Emiliani, Michela di Macco, Sybille Ebert-Schifferer, Vincenzo Farinella, Silvia Ginzburg, Arnold Nesselrath, Serenella Rolfi Ožvald e Alessandro Zuccari
Allestimento: Francesco Cellini
Informazioni: www.accademiasanluca.it; presidenza@accademiasanluca.it
Tel. 06 679 0324