Grande successo di “Isole d’istanti” del Teatro Povero di Monticchiello

 

Il coinvolgente spettacolo itinerante del Teatro Povero di Monticchiello, in scena fino al 15 agosto, è sold out già da qualche giorno.

Prologo

Quest’anno l’autodramma della gente di Monticchiello, recitato dagli abitanti-attori che ogni anno si raccontano in piazza, è itinerante tra le vie del centro. Una formula inedita con spettatori divisi in piccoli gruppi in più turni nella stessa sera (nel rispetto del distanziamento sociale). Un modo di conoscere, anche “teatrando”, Monticchiello, l’incantevole borgo-gioiello della Val d’Orcia.

I quattro bambini del gioco

Il Covid ha rischiato di bloccare ogni iniziativa artistica e teatrale. Ha costretto la compagnia del Teatro Povero di Monticchiello a ricostruire, ripensare e riformulare una nuova forma di rappresentazione. Riflessioni e problematiche che hanno trovato il loro spazio in scena. Una sfida, con la regia di Giampiero Giglioni e Manfredi Rutelli, che nonostante le molte difficoltà è stata superata.

Da: I quattro attori del Teatro Povero

La rappresentazione ha riscosso grande successo tra il pubblico, registrando il sold-out già da giorni. Ma vale la pena mettersi in lista di attesa in caso di rinunce. Dal 1967 ogni estate (normalmente nell’ultima quindicina di luglio) la comunità va in scena con il proprio “autodramma”: un’opera che è costruita assieme, giorno dopo giorno, a partire dalle assemblee della compagnia durante l’inverno fino alle prove e alle repliche estive.

Tre de I quattro attori del Teatro Povero

Anche quest’anno il tema è attualissimo: lo spazio nella pandemia. Quello che era uno spazio che sembrava progressivamente contrarsi, in una la società della velocità, può tornare all’improvviso, per una virus, a dilatarsi. Così il Covid ci ha trasformato in un arcipelato di “isole distanti” nello spazio e “d’istanti” nel tempo. Un tempo che è diventato sempre più precario, frutto di una inquietudine e oscillazioni continue. L’isolamento è entrato così nel titolo e nella rappresentazione.

Gabriella, la donna alla finestra

Lo spazio della rappresentazione: il palcoscenico, di solito in una piazza nel borgo, si è dilatato ed è esploso in molti vicoli e angoli del paese. Come nella sua storia teatrale la comunità, attraverso la lente di un piccolo borgo, osserva e si interroga sul presente con uno sguardo sul passato e in confronto continuo con le proprie tradizioni.

Il padrone e i contadini

Lo spettacolo ha inizio dalla Porta di Monticchiello, il prologo si svolge sotto le sue mura: “Dalla torre si può vedere il futuro”. Gli spettatori devono essere autorizzati dagli armigeri a entrare e all’improvviso si trovano a far parte della rappresentazione, si trasformano in “turisti” del borgo.
I bambini, con la loro spontaneità e carica emotiva, fanno subito vivere i cambiamenti dovuti alla pandemia.

Il professore e gli studenti del 2020

Poi ci si muove nel borgo, accompagnati da una guida, dove gli abitanti dai balconi, dalle finestre o nelle strade recitano. Si assiste ai problemi che la comunità, che già stava preparando lo spettacolo della 54ma edizione, si è trovata ad affrontare con l’avvento della pandemia, cambiando completamente contenuti e modalità di rappresentazione. La comunità si è confrontata attraverso lettere ed email ed è emersa la necessità di occuparsi della psicologia, del quotidiano e delle prospettive future conseguenti all’epidemia.

Il maestro di campagna e gli studenti del 1950

La pandemia ha cambiato le esigenze delle persone: chi si è rinchiuso nella propria casa e famiglia, chi desiderava solo di uscire, e anche i rapporti umani hanno subito cambiamenti. Molti matrimoni sono stati rinviati e i fidanzati, oggi, hanno ancora voglia di sposarsi? Molti sono stati colpiti nel loro lavoro e una volta, quando si avevano problemi economici, non restava che andare a chiedere un prestito al padrone… C’è poi chi, in queste situazioni di difficoltà economiche, si approfitta e fa affari speculando sulla povera gente.

Il sindaco

La scuola, con internet e zoom, ha continuato a fare videolezioni, ma non tutti hanno computer e internet e qualche studente si è perso o è rimasto indietro. La scuola di una volta era diversa, gli insegnanti, insieme alle famiglie, educavano gli alunni. Il rapporto umano, soprattutto nella scuola, resta fondamentale. E poi c’è la voglia di cambiare, di riscoprire l’importanza dell’agricoltura. Mentre la comunità, legata ai suoi concittadini, mal digerisce la lontananza nei momenti più difficili come una malattia o un funerale: “Io mi sento sicura finchè ho intorno a me una comunità”. I problemi di un borgo, per la durata della rappresentazione, diventano universali. Applausi!

I membri della banda

PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI

Per prenotazioni online: Teatro Povero.
Per prenotazioni telefoniche e informazioni: (+39) 0578 75 51 18
Orari: dal martedì alla domenica 10/13 – 15/18; lunedì solo mattina.
Contatti alternativi in caso di non funzionamento della linea principale: 0578 75 52 73; oppure: (+39) 338 76 46 516.
Biglietti: 14 € intero, 8 € ridotto (bambini fino a 12 anni)
Orario spettacolo: dalle ore 20.40 per più turni su prenotazione
La Taverna di Bronzone è aperta prima e dopo lo spettacolo; a tavola con le tipiche ricette della Val d’Orcia. La Taverna è gestita dal Teatro Povero ed è aperta a pranzo e a cena. Apertura dalla cena di sabato 1 agosto fino a quella di domenica 23 agosto: pranzo ore 12.30 / 14.30; cena ore 19.30/ 23.00; nei giorni in cui non è previsto lo spettacolo, la cucina chiuderà alle 21:30.
Sede: Piazza Nuova, 1, Monticchiello (Pienza)