Forte di Bard, Vins Extrêmes 2017, il red carpet della viticoltura eroica

Valle d’Aosta. A Forte di Bard ha sfilato, per Vins Extrêmes 2017, la viticoltura eroica. Vini dalla forte personalità e un territorio, scrigno di biodiversità, che va tutelato.

“Torno ad occuparmi della zolla di terra come radice della comunità umana” così Ermanno Olmi si era espresso quando stava girando “Rupi di Vino“, film poetico ed esempio di accostamento tra il vino e la qualificazione del territorio.

Taglio del nastro. Stefano Celi (Presidente della Vival), Laurent Viérin (Presidente della Regione Valle d’Aosta), Deborah Jacquemet (Sindaco di Bard), Alessandro Nogara (Assessore all’Agricoltura e risorse naturali) e Roberto Gaudio (Presidente del Cervim)

Come ha evidenziato Gianluca Furbetta, già dieci anni fa, nella sua tesi di laurea (“Percorsi diVini. La valorizzazione territoriale tra cinema e vino. Il caso della Valtellina in “Rupi di vino”, Scienze e Tecnologie della Comunicazione – Analisi dell’industria culturale): “Il film è stato realizzato con l’obiettivo di incentivare i giovani a continuare il lavoro eroico dei padri viticoltori; difendere e valorizzare, culturalmente e turisticamente, questo prodotto incomparabile e, in ultimo, sensibilizzare le persone sul valore sociale di un lavoro di salvaguardia e cura di un ambiente particolare come quello dei terrazzamenti. È necessario evidenziare l’aspetto eroico della viticoltura di montagna, individuare i mezzi necessari per raggiungere i consumatori ma soprattutto è indispensabile raccogliere informazioni e comunicare. Per conoscere come si coltiva la vite in questo territorio basti dire che in Franciacorta un ettaro di vigneto richiede 50-60 ore l’anno di lavoro al contrario in Valtellina ne occorrono ben 1.200 (n.d.r. analogamente a quanto accade in Valle d’Aosta dove sono presenti terrazzamenti di alta quota). E’ grazie all’opera di questi viticoltori che possiamo bere vini dal corpo e profumo pregiato e che è possibile consolidare e proteggere il territorio”.

La commissione Unesco visiterà i muretti a secco italiani fino all’anno prossimo, per decidere, nel 2019, se accoglierli tra i beni essenziali della civiltà.
Dopo dieci anni qualcosa sta cambiando e la tavola rotonda di Vins Extrêmes 2017, la scorsa settimana a Forte di Bard) è stata utile per fare il punto della situazione.
L’assessore all’agricoltura e risorse naturali della Valle d’Aosta, Alessandro Nogara ha fornito alcuni dati interessanti: “La buona notizia riguarda i giovani. In questa regione il 10% dei giovani sta iniziando l’attività di viticoltura. Ci sono delle vigne in cui bisogna vendemmiare in ginocchio. Nel 1880 c’erano 3000 ettari vitati, oggi sono 400. L’Assessorato cerca di tutelare questa realtà. Chi lavora in queste località lo fa per passione e tutela il territorio. La Ruote des vignobles porterà dei finanziamenti europei, oltre che costituire un legame tra agricoltura e turismo. I nostri prodotti di nicchia, di qualità, devono essere promossi tutti insieme”. Obiettivo perseguito da questa manifestazione che si distingue da altre sui vini.

Tavola rotonda. La viticoltura eroica: patrimonio di terre e culture da tutelare e valorizzare come unicità nell’era della globalizzazione

Il Presidente del consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali, Andrea Sisti ha raccontato come: “La politica agricola nasce per soddisfare il bisogno di cibo. Dopo lo scandalo del metanolo sono andati fuori moda i vitigni internazionali e si è tornati a parlare di vitigni autoctoni. Oggi ci si chiede se i vitigni sono ecosostenibili. La trasparenza del cibo è la nuova frontiera. Il vigneto è un presidio del territorio quando gestisce il territorio. L’agricoltura deve essere in grado di governare i processi e mirare al lungo periodo. Sostenibilità, uso degli autoctoni, gestione della pianta, che non deve essere sfruttata. La sicurezza del cibo è sempre più importante. Non si tratta solo del biologico ma della sostenibilità del cibo come del vino. L’agricoltura è la manipolazione della natura. Oggi restano enormi serbatoi di biodiversità agricola. La biodiversità è un atto di democrazia e il tema della genetica è un tema fondante”.
Il consigliere della Vival (Associazione Viticoltori Valle d’Aosta) Stefano Celi ha sottolineato come: “Chi opera nei nostri territori ama il proprio ambiente. Cerca di usare tecniche poco impattanti. A Morgex e La Salle la filossera non è mai arrivata e si potrebbe fare ricerca in tal senso”.

Donnas

Vins Extrêmes 2017 ha riunito, al Forte di Bard, questi viticoltori eroici che lavorano su terreni in forte pendenza, a quote elevate e in particolari condizioni climatiche. Hanno portato in degustazione i loro vini d’alta quota, nazionali e internazionali, hanno condiviso passioni e calore umano e indicato la strada da percorrere: sostenibilità.
Il recupero e la valorizzazione della coltivazione della vite in Valle d’Aosta oggi ha creato una qualificata selezione di vini di montagna riuniti sotto l’unica Valle d’Aosta DOC, ripartita in sette sottodenominazioni che identificano le zone di produzione (Donnas, Enfer d’Arvier, Arnad-Montjovet, Nus, Chambave, Torrette, Blanc de Morgex e de La Salle). Il territorio può essere diviso in tre aree: l’Alta Valle, con vigneti fino a 1200 m dove il vitigno che domina è il Prié Blanc; la Valle Centrale con vitigni autoctoni (Premetta, Petite Rouge e Fumin) e la Bassa Valle dove predominano i vini a bacca rossa.
Di seguito i nostri migliori sorsi, tra quelli che abbiamo degustato, nella location spettacolare del Forte di Bard che ha ospitato Vins Extrêmes 2017.

Rosset Terroir

Azienda Agricola Rosset Terroir
In origine era una distilleria ma dal 2001 la famiglia Rosset ha deciso di coltivare a vigna i terreni di proprietà in località Senin di Saint-Christophe (614 s.l.m), in posizione panoramica alle porte est della città di Aosta. Dalle alture sopra al paese, la vista spazia su alcune tra le cime più belle della Valle d’Aosta (il ghiacciaio del Ruitor, la Grivola, la Becca di Nona, l’Emilius, e le Dames de Challant). I terreni si trovano in una zona soleggiata favorevole alla viticoltura. La produzione è di circa 12.000 bottiglie. Interventi minimi e basso dosaggio di solfiti. Usano pannelli fotovoltaici. Purtroppo quest’anno si è registrata, a causa delle gelate, una perdita del 70% del raccolto.

Rosset Terroir, Trasor e Cornalin 2016

Cornalin 2016 (viti a 600/650 s.l.m., un ettaro circa) 100% Cornalin, solo acciaio. Colore rubino, profumo di susine, forte speziatura al naso, pepe nero, chiodi di garofano, note vegetali nel finale, buona acidità. Prezzo medio 15 euro, produzione 2.300 bottiglie. Tre Bicchieri Gambero Rosso 2018 (Cornalin 2015 Tre Bicchieri nel 2017).

Ascensore che conduce al Forte di Bard

Elio Ottin
Elio Ottin già all’età di 23 anni acquistava i primi appezzamenti di terra nell’area tra i comuni di Quart e Saint-Cristophe. Terreno vergine, difficile da lavorare, con forti pendenze e uno scheletro molto grande. Ma un terreno che contraddistinguerà i suoi vini con sentori e mineralità tipici dei vini delle montagne valdostane.
Nel 1999 Elio decide di lasciare il posto fisso per dedicarsi alla sua attività, arriva così ad acquisire una superficie di 13 ettari (4 ha a vite, 4 ha a meleto e 5 ha a pascolo). Il sogno di Elio era quello di incidere il proprio nome su di una bottiglia e creare il proprio vino. Nel 2007 produce 30 mila bottiglie e tre vini: Petite Arvine, Pinot Noir e Torrette Superieur. Negli anni successivi si aggiungono il Fumin (vitigno autoctono vinificato in purezza) e nel 2011 Nuances, selezione di Petite Arvine vinificata in legno.

Elio Ottin

A Elio “piace fare il vino. Perché il vino è l’unico prodotto derivato dalla coltivazione della terra, insieme forse ai formaggi, che eleva l’agricoltura e l’agricoltore ponendolo all’unico livello sociale che gli spetta: il più alto. Abbiamo troppo, e non sappiamo più da dove viene. Il contadino è un intellettuale della terra, colui che dà la vita. Ogni volta che stappiamo una bottiglia versiamo nel bicchiere una storia.” Quella di Ottin è un’azienda sostenibile. L’energia che alimenta l’azienda proviene interamente da fonti rinnovabili. La cantina inoltre è situata sotto terra e non necessita di regolazione termica. Per la concimazione usa il letame prodotto dalle vacche di proprietà. Oggi ha 8 ettari di vigneti (frazione Porossan Neyves, Aosta) tra i 650 – 750 m con una produzione di 40.000 bottiglie.

I vini di Elio Ottin

Valle d’Aosta Petite Arvine 2016. Vinificazione e affinamento in acciaio. Profumi di frutta gialla, ananas, mineralità, leggermente sapido e leggera speziatura. Fresco, un vino pulito. 14,5 gradi che non si avvertono. (Valle d’Aosta Petite Arvine 2015 Tre Bicchieri 2018).
Valle d’Aosta Petite Arvine Nuance 2015. Vinificazione e affinamento in tonneaux di 12 mesi, in bottiglia altri 12. Polpa gialla tropicale, sapido, note speziate di vaniglia. Buona acidità e mineralità. Tonalità arrotondate e ammorbidite dal legno.

Sala degustazioni

Fumin 2015. Fumin 100%. Macerazione a cappello sommerso per un paio di mesi. Vinificazione in legno per 12 mesi più 4 mesi in bottiglia. Note di marasca, leggere speziature, cioccolato e sigari. Evoluzione di note aromatiche. Un vino complesso, da meditazione e camino.
Torrette Superiore 2016. Vinificazione in tini di legno per 10 mesi più 4 mesi in bottiglia. Sentori di ciliegia matura, more, note balsamiche, finale di pepe bianco e zenzero. Ruvido, tannini eleganti e persistenza. Un vino con grande personalità.

Marco Martin, Lo Triolet

LO TRIOLET di Marco Martin Azienda con agriturismo, in località Lo Junod.
Lo Triolet nasce nel 1993. Ha reimpiantato un vecchio vigneto a 900 m sostituendo il Petit Rouge con un vitigno precoce come il Pinot Gris. Attualmente ha 5 ettari e la produzione ha raggiunto le 42.000 bottiglie. I vigneti coltivati dall’azienda sono situati nei comuni di Introd, Villeneuve e Nus a una altitudine che varia dai 600 ai 900 metri. Vini sapidi e freschi, sono espressione del terroir di montagna. Fa uso di concimazioni organiche e ricorso limitato di fitofarmaci, seguendo i principi di lotta integrata nel rispetto dell’ambiente e del prodotto.
Valle d’Aosta Pinot Gris 2016. Pinot Grigio 100%, quasi 2 ettari a 800-900 m e una produzione di 12.000 bottiglie. Sei mesi in botti di acciaio. Giallo paglierino intenso. Frutta gialla, fresco al palato, secco e persistente. Prezzo medio: 13,80 euro. Tre Bicchieri 2018 (Annata 2015 Tre Bicchieri nel 2017).

Valle d’Aosta Pinot Gris 2016

ERMES PAVESE, azienda a conduzione familiare. La Dora Baltea, a Morgex, divide il lato soleggiato (adrèt) da quello in ombra della valle (revers). I vigneti si trovano a Morgex e La Salle. La coltivazione, a pergola bassa, si estende dai 920 ai 1200 s.l.m.  La lavorazione è quasi interamente manuale.
Nel 1999, per il loro esordio, si rifanno alle esperienze di famiglia e ai consigli di Marziano Vevey (storico produttore del Blanc de Morgex et de La Salle). Ermes Pavese reinterpreta il Prié Blanc, un ‘vino medievale’. L’unico vitigno autoctono a bacca bianca della Valle d’Aosta. Ha la particolarità di essere coltivato a piede franco, non innestato su vite americana. Una coltivazione antichissima, attestata dai documenti di passaggi di proprietà del 1200 che testimoniano come all’epoca le vigne del Blanc de Morgex fossero già note. Proprio l’alta quota lo rende immune dall’attacco dei parassiti, tra cui la filossera. E’ uno dei vitigni più alti in Europa.

Blanc de Morgex et de La Salle e Nathan

Il Valle d’Aosta Blanc de Morgex et de La Salle Pas Dosé di 18 o 24 mesi, Prié Blanc 100%, a piede franco, pre-filossera. Profumi di ananas, crosta di pane, bollicine più scariche e più eleganti in quello di 24 mesi.
Valle d’Aosta Blanc de Morgex et de La Salle Nathan 2016, prende il nome del figlio, Nathan. Prié Blanc 100%. Vendemmia a ottobre. Affinamento di un anno in barrique semi nuove di rovere francese, più un anno in bottiglia. Giallo dorato, frutta secca, albicocche secche, si sente leggermente il vanigliato della barrique e note di tostatura, mineralità.

I vini di Ermes Pavese

Les Crêtes Società Agricola di Charrère & C.S.S. Viticoltori dal 1800. L’azienda, di proprietà della famiglia Charrère, gestisce 20 ettari di vigneto distribuiti in sei comuni valdostani. Ha ottenuto una stella Gambero Rosso per aver conseguito 10 volte i Tre Bicchieri. Il proprietario – Costantino Charrère, noto nel mondo del vino per il suo impegno per la FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) – ha selezionato vitigni, nelle montagne valdostane, in via di estinzione, come la Premetta (Prié Rouge). Ora queste uve sono vinificate in purezza con ottimi risultati come il Fumin, (ceppo ‘autoctono’ salvato dall’estinzione). Il concetto di sostenibilità della famiglia Charrère si estende dalla vigna alla cantina, al fotovoltaico e a quanto è utile per ridurre le emissioni. Il loro Valle d’Aosta Nebbiolo Sommet 15 ha conseguito i Tre Bicchieri 2018. Un apprezzamento particolare per le eleganti etichette.

Les Crêtes

Petite Arvine 100%. 5 mesi in acciaio e 1 anno in bottiglia. Giallo paglierino, brillante, profumo di ananas, pesca, mela, buona acidità, sapido e fresco. Prezzo 21 euro.
Chardonnay 100%, vendemmia manuale a metà settembre. In acciaio a temperatura controllata. Giallo paglierino, floreale, note di ginestra e di banana, sapido e minerale.
Chardonnay Cuvée Bois Valle d’Aosta DOP. Chardonnay 100%, fermentazione in legno di rovere francese e 12 mesi in bottiglia. Giallo dorato, frutta bianca, sentore di nocciola tostata, panetto di burro e sfumature minerali.

Les Crêtes, i vini

Fumin 2015. Prende il nome dal colore grigio fumo dei grappoli. Ha rischiato l’estinzione negli anni ’70 quando fu recuperato dai vignerons locali. Nel 1993 è stato vinificato per la prima volta in purezza da Les Crêtes. Affinamento di un anno in piccole botti francesi e un anno in bottiglia. Colore rubino, sentori di cuoio e spezie. Leggera vaniglia, prugna, ginepro e liquirizia. Corposo, buona acidità, sapido, tannino elegante e persistenza.

Cooperativa Agricola Cantina del Mandrolisai Soc

Alla manifestazione non è mancata la presenza dei vini delle isole, nazionali e non, piccole e grandi. Tra queste la Sardegna. Abbiamo degustato i vini della Cooperativa Agricola Cantina del Mandrolisai con 60 soci, 15 ettari, vigneti tra i 500 e i 700 m. Deve il suo nome alla regione interna della Sardegna dove nasce questa cantina sociale nel 1950. L’età dei loro vigneti supera spesso i 50 anni.
Mandrolisai Rosso Doc: 40% Muristeddu (Bovale Sardo, vitigno autoctono), 30% Cannonau e 30% Monica. Invecchiamento in botti di rovere per 8 mesi e affinamento in bottiglia di 6 mesi. Colore rosso intenso, avvolgente al palato, vino speziato, con carattere. 14,5 gradi e ottimo rapporto qualità/prezzo (10 euro circa).
Mandrolisai Rosso Doc superiore. Un anno in legno, intenso, speziatura come nel precedente, secco e maggior carattere, sapido, buona acidità, tannino bilanciato e ben strutturato.

Cooperativa Agricola Cantina del Mandrolisai Soc, i vini

Per il Piemonte era presente la Cantina Produttori Nebbiolo Carema con 68 soci (tutti produttori part-time) e 13,5 ettari di vigneti a pergola su pilastrini (in pietra e calce, pilun), in un territorio al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta (350 – 600 m) per una produzione di 60.000 bottiglie. Presidio Slow Food a tutela del territorio e della sua biodiversità. Solo Nebbiolo in purezza per due tipologie: Carema e Carema Riserva.
Carema 2014, due anni di invecchiamento e un anno in botte grande di rovere. Colore rosso rubino, sentore di rosa canina, note di sottobosco, con sfumature balsamiche, buona acidità.
Carema Riserva 2013, Invecchiamento di tre anni di cui 12 mesi in botte grande di rovere. Colore granato, note di sottobosco, fiori secchi e spezie dolci (liquirizia, cacao), mineralità, freschezza. Vino longevo.

Castelsimoni

Viticoltori eroici per antonomasia sono gli abruzzesi, non piegati nè dall’alta quota dei monti nè dal terremoto. L’Azienda vitivinicola di Paolo Simoni e Manuela Castellani, Castelsimoni, a Cese di Preturo, 8 chilometri da L’Aqula, ha puntato sui vitigni internazionali (Pinot nero, vinificazione in rosso, Traminer aromatico, Sauvignon Blanc e Riesling renano), lieviti autoctoni, uso minimo di solforosa e non filtrazione.

Castelsimoni, vini

Alba chiara, Chardonnay Terre de L’Aquila 2016. Circa 500 bottiglie. Non filtrato. Colore giallo paglierino brillante, mela verde, mela cotogne, fiori bianchi. Gusto secco, sapido, buona acidità e freschezza.

Bard, tetti

In occasione dell’evento si è svolta la cerimonia di premiazione del 25° Concorso Mondial des Vins Extrêmes, organizzato dal CERVIM (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana di Aosta), che si occupa ‘della salvaguardia e della promozione della viticoltura montana in condizioni orografiche difficili, a forte rischio di abbandono a causa delle caratteristiche disagevoli del territorio, dei costi elevati di gestione e produzione’. 

 

Foto della premiazione

Foto e video di Marco De Felicis

Informazioni
Sito web dell’evento
Associazione Viticoltori Valle d’Aosta: https://www.vivalvda.it/
L’Institut agricole régional della Valle d’Aosta: https://www.iaraosta.it/
Movimento Turismo del Vino: https://www.movimentoturismovino.it/it/home/